Il commissario Scura, a seguito delle seppur inconsistenti proteste del sindaco Geraci in merito al trasferimento di alcuni reparti riguardanti il presidio ospedaliero di Corigliano verso l’ospedale di Rossano, al contrario del silenzio omertoso dell’intera opposizione presente in consiglio comunale hanno fatto fare al commissario Scura, per il momento, un mezzo passo indietro.
Il reparto Materno Infantile rimane a Corigliano, ad essere trasferito a Rossano sarà il reparto di chirurgia, tra l’altro un reparto che funziona e che soddisfa l’utenza, anche se al proprio interno non mancano professionisti (escluso a priori il primario) che avvalendosi della strumentazione in dotazione agli ambulatori chirurgici (questo vale anche per gli ambulatori ad indirizzo medico) quando sono funzionanti, forse per questo è giustificato il medico che si porta da casa la propria strumentazione per eseguire visite private in ospedale senza il rilascio di ricevute fiscali. Il futuro, sia per il comparto chirurgico di Corigliano che per quello di Rossano si profila pieno di incognite nel momento in cui il dott. Mario Guarasci deciderà, (nonostante le pressioni politiche lo invitino a restare), di andare in pensione, lo stesso vale per il dott. Cloro, primario di chirurgia al Giannettasio ed anch’egli prossimo alla pensione. I cittadini in previsione di questo scenario, quanto mai prossimo, si augurano che chi, o coloro che verranno chiamati a sostituire i due medici chirurghi, siano professionisti con un curriculum di tutto rispetto, con accertata esperienza professionale, non scelti per fedeltà a questa o all’altra parrocchia politica, non fosse altro che c’è bisogno di infondere fiducia verso le nostre strutture al fine di fare cambiare idea a quella fetta di popolazione ammaestrata da pseudo medici a rivolgersi ad altre strutture pubbliche o private fuori regione anche per patologie banali. In concreto “l’agitarsi del sindaco” temporaneamente ha prodotto che la chiusura del presidio ospedaliero, lo smantellamento avvenga in due tappe, d’altronde questa era già iniziata Il piano del Commissario alla sanità Scura va rispedito al mittente, si incassi prima il risultato dell’attuazione del nuovo ospedale di contrada Insiti.
Il commissario Scura, a seguito delle seppur inconsistenti proteste del sindaco Geraci in merito al trasferimento di alcuni reparti riguardanti il presidio ospedaliero di Corigliano verso l’ospedale di Rossano, al contrario del silenzio omertoso dell’intera opposizione presente in consiglio comunale hanno fatto fare al commissario Scura, per il momento, un mezzo passo indietro. Il reparto Materno Infantile rimane a Corigliano, ad essere trasferito a Rossano sarà il reparto di chirurgia, tra l’altro un reparto che funziona e che soddisfa l’utenza, anche se al proprio interno non mancano professionisti (escluso a priori il primario) che avvalendosi della strumentazione in dotazione agli ambulatori chirurgici (questo vale anche per gli ambulatori ad indirizzo medico) quando sono funzionanti, forse per questo è giustificato il medico che si porta da casa la propria strumentazione per eseguire visite private in ospedale senza il rilascio di ricevute fiscali. Il futuro, sia per il comparto chirurgico di Corigliano che per quello di Rossano si profila pieno di incognite nel momento in cui il dott. Mario Guarasci deciderà, (nonostante le pressioni politiche lo invitino a restare), di andare in pensione, lo stesso vale per il dott. Cloro, primario di chirurgia al Giannettasio ed anch’egli prossimo alla pensione. I cittadini in previsione di questo scenario, quanto mai prossimo, si augurano che chi, o coloro che verranno chiamati a sostituire i due medici chirurghi, siano professionisti con un curriculum di tutto rispetto, con accertata esperienza professionale, non scelti per fedeltà a questa o all’altra parrocchia politica, non fosse altro che c’è bisogno di infondere fiducia verso le nostre strutture al fine di fare cambiare idea a quella fetta di popolazione ammaestrata da pseudo medici a rivolgersi ad altre strutture pubbliche o private fuori regione anche per patologie banali. In concreto “l’agitarsi del sindaco” temporaneamente ha prodotto che la chiusura del presidio ospedaliero, lo smantellamento avvenga in due tappe, d’altronde questa era già iniziata con il duo Scopelliti – Caputo ed in via di completamento con il duo Oliverio- Scura. Lo smembramento del Compagna è iniziato quando si è deciso di trasferire il reparto di otorino con i suoi cinque specialisti a Rossano, in seguito declassato, retrocesso ad ambulatorio per volere della politica e del comportamento di qualcun altro, il tutto a vantaggio di otorino di Castrovillari che seppure con un organico medico inferiore ricovera ed esegue interventi chirurgici. Altro caso in un certo senso analogo è il reparto di ortopedia che a sua volta operava in un reparto moderno con stanze a due letti e bagno in camera, più il supporto di una sala operatoria rifatta per l’occasione e che oggi trasferito a Rossano è ubicato in due stanzoni di degenza, privi di servizi igienici in camera ed in una situazione logistica di un ospedale che si rifà agli anni 50 e, molto probabilmente come affermano in molti, con sale operatorie non idonee a norma di legge. L’amministrazione dell’ASP per fugare qualsiasi dubbio sulle condizioni delle sale operatorie del Giannattasio pubblichi sul sito dell’azienda i certificati di idoneità delle stesse prima del trasferimento del reparto di chirurgia oggi ubicato al Guido Compagna. Inoltre il dott. Scura spieghi all’utenza del territorio ionico la futura funzione dei due punti di primo intervento previsti a Cariati e Trebisacce, il commissario sa che per assicurare questo servizio occorre una equipe medica specialista, più personale infermieristico supportati da un pronto soccorso attrezzato che affronti le prime urgenza, senza contare il costo per mantenere il servizio di elisoccorso e il supporto in loco dell’equipe medica di anestesia. Non sarebbe meglio che a Trebisacce si creasse un attrezzato polo di riabilitazione ed a Cariati si potenziasse la già esistente lungo degenza? Ad avere vita facile saranno i giochetti di Caputo- Scopelliti prima ed i giochi Scura –Oliverio oggi anche perchè hanno a che fare con una Corigliano governata e rappresentata da politici, da sindaci, da primari e da medici “eunuchi” che badano più che altro ai loro orticelli perchè forti di appoggi politici e da lobby para-massoniche che condizionano qualsiasi scelta politica se non soddisfano le loro richieste. Non ci si deve scandalizzare se qualcun’altro già in lizza per ricoprire incarichi ai vertici dell’azienda sanitaria si sia rivolto in questi giorni ad entrambi gli schieramenti politici anche di fuori regione per avere rassicurazioni in merito. Non ci si stupisca nemmeno se medici, seppure per motivi opposti rispetto ai primi, in questi giorni sono andati in pellegrinaggio presso sacrestie politiche “romane” in cerca di sponsor disposti ad annacquare le loro pendenze con la giustizia. Non ci si stupisca più di tanto anche se medici poco inclini al lavoro, ma appartenenti a gruppi massonici organizzano cene serali con alti dirigenti dell’azienda sanitaria, con politici, imprenditori, e medici in cerca di assicurazioni ed appoggi che dovrebbero garantire a questi l’impunità per i loro problemi giudiziari che li vedono coinvolti. Purtroppo i cittadini sono costretti a subire queste persone, i poteri ed i politici che li proteggono. Altra cosa grave è fomentare in loco guerre che vorrebbero far credere combattute da altri. E’ indegno il fatto che si usano per tali scopi personaggi dall’equilibrio mentale precario, instabile, per come si evince dalla mole di certificazione psichiatrica rilasciata da strutture pubbliche e prodotti in occasioni per spillare denaro pubblico a fini privati. Da questi intrecci a breve ne scaturirà la chiusura del Compagna come ospedale, il primo passo è trasformarlo in un presidio ospedaliero prevalentemente a lungo degenza con qualche primario che si suppone non avrebbe nemmeno l’idea di cosa sia un ospedale e del come possa essere gestito. La preoccupazione è che la città torni indietro a 30 anni fa, quando a farla da padrone erano le decisioni prese a loro tempo dalla cosiddetta banda delle “3 C” foraggiata da tutta la classe politica coriglianese, motivo per cui hanno avuto vita facile, tanto da considerare l’ospedale alla stregua di un agrumeto di loro esclusiva proprietà, impedendo a suo tempo allo stesso di dotarsi di branche specialistiche come: Nefrologia e dialisi, Centro trasfusionale, anestesia, rianimazione con annessa terapia intensiva, di un servizio TAC all’avanguardia prima di Rossano ecc. ecc. Se oggi la sanità del territorio è allo sfascio, lo si deve a questi tre ed alla complicità dei politici, a suo tempo asserviti ai loro comandi. Altro è il concetto di lottare per avere un ospedale al servizio dei bisogni altrui, altro è avere un presidio ospedaliero solidale verso chi ne ha bisogno e non essere costretto ad emigrare per patologie banali, o mettere mano al portafoglio per aggirare le lunghe fila di attesa per anticipare una prestazione dovuta, pagando il ticket sanitario dovuto. Ci auguriamo che all’interno del Guido Compagna si metta fine alle guerriglie interne, alle schermaglie infantili, alle invidie personali diffuse maggiormente nella categoria di quei medici che fanno riferimento alla generazione dei nati nel 1954 in poi e che guastano l’immagine del Compagna all’esterno, si smetta di considerare l’ospedale ed ambulatori alla stregua di una gallina dalle uova d’oro e che con questi ci si possa arricchire facilmente. Sarebbe opportuno che anche qualche primario facesse valere il proprio ruolo su qualche suo collaboratore troppo indipendente e per questo spesso assente dai reparti per futili motivi, come prolungati periodi di malattia. Si incominci a lavorare in sinergia per ridare al Compagna credibilità. Ci rincresce ritornare su questo argomento, ma era doveroso farlo dopo i disappunti degli interessati i quali a torto si sono sentiti chiamati in causa. Nel frattempo esprimiamo la nostra sincera riconoscenza alla stampa che da anni ci supporta e ci onora pazientemente a differenza di tutta la classe politica locale che godrebbe nel metterci il bavaglio o magari saperci morti .
Per il movimento centro storico – Giorgio Luzzi
con il duo Scopelliti – Caputo ed in via di completamento con il duo Oliverio- Scura. Lo smembramento del Compagna è iniziato quando si è deciso di trasferire il reparto di otorino con i suoi cinque specialisti a Rossano, in seguito declassato, retrocesso ad ambulatorio per volere della politica e del comportamento di qualcun altro, il tutto a vantaggio di otorino di Castrovillari che seppure con un organico medico inferiore ricovera ed esegue interventi chirurgici. Altro caso in un certo senso analogo è il reparto di ortopedia che a sua volta operava in un reparto moderno con stanze a due letti e bagno in camera, più il supporto di una sala operatoria rifatta per l’occasione e che oggi trasferito a Rossano è ubicato in due stanzoni di degenza, privi di servizi igienici in camera ed in una situazione logistica di un ospedale che si rifà agli anni 50 e, molto probabilmente come affermano in molti, con sale operatorie non idonee a norma di legge. L’amministrazione dell’ASP per fugare qualsiasi dubbio sulle condizioni delle sale operatorie del Giannattasio pubblichi sul sito dell’azienda i certificati di idoneità delle stesse prima del trasferimento del reparto di chirurgia oggi ubicato al Guido Compagna. Inoltre il dott. Scura spieghi all’utenza del territorio ionico la futura funzione dei due punti di primo intervento previsti a Cariati e Trebisacce, il commissario sa che per assicurare questo servizio occorre una equipe medica specialista, più personale infermieristico supportati da un pronto soccorso attrezzato che affronti le prime urgenza, senza contare il costo per mantenere il servizio di elisoccorso e il supporto in loco dell’equipe medica di anestesia. Non sarebbe meglio che a Trebisacce si creasse un attrezzato polo di riabilitazione ed a Cariati si potenziasse la già esistente lungo degenza? Ad avere vita facile saranno i giochetti di Caputo- Scopelliti prima ed i giochi Scura –Oliverio oggi anche perchè hanno a che fare con una Corigliano governata e rappresentata da politici, da sindaci, da primari e da medici “eunuchi” che badano più che altro ai loro orticelli perchè forti di appoggi politici e da lobby para-massoniche che condizionano qualsiasi scelta politica se non soddisfano le loro richieste. Non ci si deve scandalizzare se qualcun’altro già in lizza per ricoprire incarichi ai vertici dell’azienda sanitaria si sia rivolto in questi giorni ad entrambi gli schieramenti politici anche di fuori regione per avere rassicurazioni in merito. Non ci si stupisca nemmeno se medici, seppure per motivi opposti rispetto ai primi, in questi giorni sono andati in pellegrinaggio presso sacrestie politiche “romane” in cerca di sponsor disposti ad annacquare le loro pendenze con la giustizia. Non ci si stupisca più di tanto anche se medici poco inclini al lavoro, ma appartenenti a gruppi massonici organizzano cene serali con alti dirigenti dell’azienda sanitaria, con politici, imprenditori, e medici in cerca di assicurazioni ed appoggi che dovrebbero garantire a questi l’impunità per i loro problemi giudiziari che li vedono coinvolti. Purtroppo i cittadini sono costretti a subire queste persone, i poteri ed i politici che li proteggono. Altra cosa grave è fomentare in loco guerre che vorrebbero far credere combattute da altri. E’ indegno il fatto che si usano per tali scopi personaggi dall’equilibrio mentale precario, instabile, per come si evince dalla mole di certificazione psichiatrica rilasciata da strutture pubbliche e prodotti in occasioni per spillare denaro pubblico a fini privati. Da questi intrecci a breve ne scaturirà la chiusura del Compagna come ospedale, il primo passo è trasformarlo in un presidio ospedaliero prevalentemente a lungo degenza con qualche primario che si suppone non avrebbe nemmeno l’idea di cosa sia un ospedale e del come possa essere gestito. La preoccupazione è che la città torni indietro a 30 anni fa, quando a farla da padrone erano le decisioni prese a loro tempo dalla cosiddetta banda delle “3 C” foraggiata da tutta la classe politica coriglianese, motivo per cui hanno avuto vita facile, tanto da considerare l’ospedale alla stregua di un agrumeto di loro esclusiva proprietà, impedendo a suo tempo allo stesso di dotarsi di branche specialistiche come: Nefrologia e dialisi, Centro trasfusionale, anestesia, rianimazione con annessa terapia intensiva, di un servizio TAC all’avanguardia prima di Rossano ecc. ecc. Se oggi la sanità del territorio è allo sfascio, lo si deve a questi tre ed alla complicità dei politici, a suo tempo asserviti ai loro comandi. Altro è il concetto di lottare per avere un ospedale al servizio dei bisogni altrui, altro è avere un presidio ospedaliero solidale verso chi ne ha bisogno e non essere costretto ad emigrare per patologie banali, o mettere mano al portafoglio per aggirare le lunghe fila di attesa per anticipare una prestazione dovuta, pagando il ticket sanitario dovuto. Ci auguriamo che all’interno del Guido Compagna si metta fine alle guerriglie interne, alle schermaglie infantili, alle invidie personali diffuse maggiormente nella categoria di quei medici che fanno riferimento alla generazione dei nati nel 1954 in poi e che guastano l’immagine del Compagna all’esterno, si smetta di considerare l’ospedale ed ambulatori alla stregua di una gallina dalle uova d’oro e che con questi ci si possa arricchire facilmente. Sarebbe opportuno che anche qualche primario facesse valere il proprio ruolo su qualche suo collaboratore troppo indipendente e per questo spesso assente dai reparti per futili motivi, come prolungati periodi di malattia. Si incominci a lavorare in sinergia per ridare al Compagna credibilità. Ci rincresce ritornare su questo argomento, ma era doveroso farlo dopo i disappunti degli interessati i quali a torto si sono sentiti chiamati in causa. Nel frattempo esprimiamo la nostra sincera riconoscenza alla stampa che da anni ci supporta e ci onora pazientemente a differenza di tutta la classe politica locale che godrebbe nel metterci il bavaglio o magari saperci morti .
Per il movimento centro storico – Giorgio Luzzi