Che al Guido Compagna si respirasse da tempo aria di calunnie, di vendette, di invidia è risaputo, tale comportamento per fortuna è ristretto alla branca dell’area medica con ripercussioni inevitabili sui reparti dove medici che non riconoscono competenze ed autorevolezza al primario/i, e che con l’apporto di sponsor politici, incluso qualche primario in cerca di benevolenze politiche ed esponenti di logge massoniche hanno fatto si che in queste realtà del presidio ospedaliero di Corigliano –regnasse- un clima di odio personale, di crudeltà distruttiva
che in questi anni ha visto l’interessamento di più procure della Repubblica con conseguenze negative che direttamente o in direttamente hanno investito i pazienti è/o potenziali pazienti che nel momento di ricorrere alle cure dei reparti preferiscono andare altrove. Tali comportamenti mirati al raggiungimento di istanze personali sono inaccettabili, illegali, senza contare le ripercussioni in negativo che hanno sull’armonia dei reparti, sulla interdisciplina professionale che non aiuta certamente a stabilire un rapporto stretto e sinergico con i cittadini bisognosi di cure che inevitabilmente, loro malgrado, si trovano ad essere vittime inconsapevoli di professionisti abituati a guerre personali pur di vedersi riconosciuti diritti improponibili e che non trovano fondamenta ne in cielo ne in terra. Il problema c’è ed è sbagliato non porselo, tanto è vero che la direzione sanitaria (dott. Pierluigi Carino) a suo tempo ha più volte e dettagliatamente informato la dirigenza dell’ASP/CS dei fatti e del clima ostile che si respirava già allora. Da allora ad oggi, è cambiato poco. A questo punto il commissario (dott. Filippelli) alla luce dei fatti esposti dalla direzione sanitaria deve assumere a se questo problema e risolverlo, facendo così acquistare credibilità agli operatori sanitari e far fare passi avanti alla sanità locale e a quella del territorio ionico. Questo clima avvelenato influisce anche sulla emigrazione sanitaria in quanto l’ammalato percepisce questa conflittualità diffusa già quando si reca a visita presso gli ambulatori dell’ospedale, non fosse altro che già qui gli viene consigliato di rivolgersi anche per prestazioni di media e bassa qualità ad altre strutture ospedaliere o a studi privati (io più volte ne sono stato testimone oculare) dove, guarda caso, colui che presta la sua professionalità all’interno dello studio medico è lo stesso medico o medici che hanno visitato il paziente precedentemente presso l’ambulatorio dell’ospedale. Il “gioco” si è fatto pericoloso, lo si è sottovalutato, si è preferito non intervenire anche quando vi erano gli elementi per decisioni severe, i motivi del perchè crediamo siano da ricercare nel mondo politico. Sono in discussione il rispetto dei ruoli, della legge e del dominio giuridico. Tollerare oltre non è possibile. Non è possibile che non si osi rimproverare lo scolaro che si fa beffa del maestro, del datore di lavoro (ASP/CS) e delle leggi, non si può far finta che non ci sia il problema, si facciano rispettare le regole, le leggi, si comprenda che siamo davanti ad uno scenario squallido, specialmente se ad essere interessata è una struttura pubblica usata come campo di battaglie personali. Da questo stato di cose ad avvantaggiarsene sono realtà che al proprio organico hanno trovato collocazione i fautori o il fautore di questo stato di cose che a sua volta sentendosi garantiti/o dalle premure di qualche primario che prova diletto a soffiare sui fuochi, usando gli stessi per denigrare altri colleghi medici. Si ripristini la legalità, si mettano in campo i giusti provvedimenti, (e qui ci rivolgiamo oltre che al commissario dell’azienda sanitaria, anche al delegato della presidenza della giunta per le problematiche sanitarie regionali Franco Pacenza), il più auspicabile sarebbe quello di potenziare l’ambulatorio di neurologia di Castrovillari con almeno un’altro medico specialista in modo che l’operatività di tale ambulatorio passi dalle 6 ore attuali alle 12 ore di un prossimo futuro.
Per il movimento centro storico: Luzzi Giorgio.