Pasquale Cerchiara non è più tra noi ha lasciato anzitempo e improvvisamente la vita terrena. 77 anni, ragioniere, viveva qui a Corigliano anche se era originario di Cassano-Sibari. Ho avuto modo di incontrare e conoscere Pasquale nell’autunno del 1993 allorquando giornalista presso la emittente locale TeleA1, mi occupavo di informazione. Cerchiara era candidato a sindaco per la lista “Fascismo e Libertà” che ha in Livio Stefani la sua figura carismatica.
Quella tornata elettorale che consegnò a Giuseppe Geraci il comune nel primo dei suoi tre mandati, fece registrare una clamorosa affermazione del movimento di Livio Stefani, tanto che Pasquale Cerchiara con 869 voti conquistò lo scranno di consigliere comunale. Come non posso ricordare la vivacità, la simpatia ed il sarcasmo di Cerchiara. Nelle interviste si calò nel personaggio vestendo i panni di Ulisse tanto che in un colloquio televisivo Cerchiara affermò: “Si ricordino i miei avversari che Ulisse è alle porte è sta per giungere ad Itaca per uccidere i proci”. Tradotto voleva significare che l’onda lunga della protesta, in quegli anni era abbastanza sentito l’operato del pool milanese di “mani pulite”, avrebbe travolto i partiti tradizionali anche qui a Corigliano, cose che in effetti avvenne. Pasquale Cerchiara, almeno fino ad oggi, rimane l’unico consigliere eletto tra le fila di Fascismo e Libertà, dato questo che ha avuto una sua valenza anche a livello nazionale. Ma l’esperienza di Pasquale Cerchiara tra i banchi del consiglio comunale non fu tranquilla, infatti, in diverse circostanze la sua opposizione nei confronti della maggioranza fu dura. L’amicizia tra Cerchiara e Stefani è stata sempre abbastanza solida tanto che proprio il giorno prima di morire Pasquale era andato a trovare l’amico Livio presso il suo laboratorio. Abbiamo voluto ricordare, molto modestamente, l’amico Pasquale Cerchiara, perché è stato uno dei testimoni viventi di una nuova fase della politica coriglianese, quella fase contrassegnata dalla protesta che portò, come si diceva Giuseppe Geraci, che capeggiava la lista “Mani pulite per la città”, ma fu solo una “fiammata”, fu solo una parentesi nelle coscienze dei coriglianesi che chiusa quella esperienza del 1993, da quel momento in avanti non solo non protestarono più, ma soprattutto e in maniera preoccupante si sono allontanati sempre più dalle urne. Quest’ultimo dato è la vera preoccupazione di chi come noi crede che i coriglianesi potrebbero, solo se si convincessero che ciò è possibile, essere artefici del rilancio di questa città. Non è non andando a votare che si protesta verso chi amministra, ma è vero esattamente il contrario, altrimenti comunque un sindaco ci sarà, magari voluto dal 40% del 40% degli elettori, e che guiderà per il tutto il mandato le sorti della città. Ecco perché è giunto il momento di risvegliarsi è capire che il vento della protesta e della partecipazione, così come avvenne nel 1993, deve tornare a spirare. Ciao caro Pasquale Cerchiara “Ulisse” che ha creduto che Corigliano potesse cambiare, la morte non mi permetterà più di vederti ma non certamente di ricordarti per la tua semplicità, umiltà e generosità.
Giacinto De Pasquale