Ci auguriamo che il prossimo Consiglio Comunale, convocato per il 3 settembre ed avente ad oggetto l’emergenza alluvione del 12 agosto scorso, sia in grado di affrontare le vere questioni, e che le opposizioni siano in grado di contrastare gli intenti autocelebrativi del Sindaco e lo scarico delle responsabilità su ogni altra Istituzione, diversa dal Comune. Intanto ci duole constatare che la maggioranza non ha avuto nemmeno la sensibilità di convocare di propria iniziativa una seduta di Civico Consesso, ma solo su richiesta delle minoranze.
Che il Territorio abbia bisogno di maggiore attenzione è evidente a tutti. Che ci siano molteplici responsabilità, pubbliche e private, rispetto agli abusi che si perpetrano sul Territorio, è altrettanto evidente. Fin qui le analisi sono gioco facile. Ma c’è stato un effetto moltiplicatore dei danni causati dal nubifragio, che poteva essere ridimensionato e mitigato. In primis, i cumuli di spazzatura, indifferenziata, depositati su tutto il territorio comunale, e fermi da giorni: questi sono stati trasportati dalla forza delle acque, invadendo tutto, ostruendo griglie e canali di scolo e distribuendosi in maniera omogenea. Ne hanno fatto le spese molte attività produttive, case, magazzini, aziende agricole, ma anche e soprattutto il mare, che nei giorni successivi al nubifragio era inquinato più del dovuto. Ancora oggi l’intero territorio comunale è infestato dai cattivi odori provenienti anche dalla spazzatura che il nubifragio ha distribuito dappertutto. La mancata pulizia degli scarichi di acqua piovana e delle griglie di raccolta delle acque bianche, su tutte le strade comunali, ha aumentato la potenza delle acque, che invece almeno in parte avrebbero potuto defluire. Così come vi è responsabilità nella mancata vigilanza del territorio, che è diventato una discarica a cielo aperto, sicuramente per colpa dei cittadini incoscienti, ma anche per colpa di una Amministrazione che non esercita il suo dovere di controllo. Questo spiega ad esempio i danni in contrada Santa Lucia, causati dalla esondazione del torrente Cannata che costeggia la strada, con un canalone la cui portata si è ridotta a meno della metà del suo potenziale per colpa della mancata pulizia, ma anche per colpa del deposito di materiali vari e di ingombranti, con il complice silenzio dell’Amministrazione Comunale. Il dissesto del fondo stradale, che Geraci lamenta, non è avvenuto per colpa del nubifragio: laddove ci sono strade (poche) in buone condizioni di manutenzione, non c’è stato lo scempio che invece si è registrato sulle strade già dissestate e piene di buche, dove sono finiti per saltare ampi tratti di bitumazione. I 56 milioni di euro di danni al patrimonio pubblico, denunciati da Geraci, potevano essere molti di meno se il Sindaco, e la sua Amministrazione, avessero attuato tutti i piani ordinari di controllo, manutenzione e pulizia ordinari del Territorio. Così come si potevano ridurre i danni derivati ai beni di Cittadini e Aziende, se solo il Territorio fosse stato monitorato e regolarmente manutentato. Non si può essere spettatori inerti, quando si amministra la cosa pubblica! Geraci lamenta ora la scarsa attenzione del Governo rispetto alle sue (esose) richieste; nel contempo, dichiara la sua incapacità a governare, chiedendo alla Prefettura di intervenire in sua vece, nella gestione delle provvidenze che saranno erogate dallo Stato a seguito del riconoscimento di calamità. Contemporaneamente, offende la stessa Prefettura, rifiutando la sua (simbolica) presenza nell’emergenza Migranti, tra l’altro egregiamente gestita dal Prefetto che in sole due ore ha garantito in maniera esemplare lo sbarco e il trasferimento dei Migranti, senza ricorrere a interventi del Comune, e senza polemiche.