L’alluvione ultima ci impone una ulteriore riflessione, al di la’ dei cambiamenti climatici, sul dissesto idrogeologico del nostro territorio, in virtu’ dell’uso che fino ad oggi se ne è fatto. Se abbiamo avuto solo danni materiali per fortuna, non a persone, è solo dovuta alla buona sorte, poteva andare peggio. Pensare al peggio è il motivo che ci impone un cambiamento di rotta sulle politiche e sull’uso del nostro territorio, intervenire sulla prevenzione è meglio che intervenire poi in emergenza, sia in termini di costi economici e sia in termini di costi di vite umane.
Da anni, ormai, i punti interessati dalle esondazioni delle acque piovane sono noti, lo erano già nel passato e pure si è continuato in modo inconsciamente ed irresponsabile a costruire negli alvei dei torrenti interessati dalle esondazioni; ad occludere le vie naturali dei corsi dei fiumi, torrenti o qualsivoglia fosso. Si è continuato nella cattiva e, a volte, inesistente manutenzione e pulitura degli alvei per permettere lo scorrere naturale delle acque. Dire che è colpa della politica e della mala amministrazione vuol dire: tutti sono colpevoli e nessuno è colpevole; è un’equazione che non accettiamo, perché le responsabilità sono personali, hanno nome e cognome. Così come hanno responsabilità quei cittadini che incuranti hanno occupato alvei di fiumi e torrenti e costruito abusivamente interi palazzi e case. Non possiamo non dire delle concessioni edilizie o lottizzazioni rilasciate su terreni di letti di torrenti o nelle immediate vicinanze, come il Cannata, il Gennarito o il Leccalardo; costruttori privi di scrupoli che hanno intubato torrenti e canaloni con tubazioni di gran lunga al di sotto della loro portata e, in alcuni casi, addirittura occlusi. Bene ha fatto la Procura di Castrovillari ad aprire un inchiesta su quando è successo, speriamo che si riescano ad individuare, là dove ci sono, i colpevoli. Passata la fase dell’emergenza, bisogna trovare il modo di agire presto per evitare altre esondazioni nel futuro, con una mappatura ed un costante monitoraggio dei punti critici e, dove è possibile, mettere in campo soluzioni definitive per la risoluzione delle criticità. Non vogliamo essere polemici con il Sindaco al quale va la nostra solidarietà per gli attacchi personali subiti, non possiamo sorvolare, però, su quanto già sottolineato da comuni cittadini, che si poteva fare di più e meglio nella fase più acuta dell’emergenza per quanto riguarda la tutela dei cittadini; si poteva intervenire con urgenza lo stesso giorno di mercoledì, al ripristino della fognatura sotto il ponte del Gennarito, a Fabrizio, per esempio. La presenza continua e costante del Presidente della Regione, Oliverio, denota l’attenzione che le istituzioni hanno avuto in questo momento particolare di disagi per le comunità di Corigliano e Rossano. Riteniamo inutile le polemiche sulla scadenza delle domande per la quantificazione dei danni subiti da comuni cittadini, non ci dimentichiamo che è una fase di emergenza e tutto assume una valenza di urgenza se vogliamo che il prossimo Consiglio dei Ministri, che sarà il 27 agosto, decreti lo stato di calamità naturale dei territori di Corigliano e Rossano. Abbiamo constatato, purtroppo, che gli angeli del fango, non esistono solo a Firenze o Geneva, esistono anche da noi, a questi ragazzi va il nostro pensiero e il nostro grazie. Invitiamo l’Amministrazione in carica a vigilare e ad attivarsi affinchè, anche la nostra città abbia il giusto riconoscimento per i danni subiti ad opere pubbliche e privati e di attivarsi in tal senso, per evitare in futuro, discriminazioni ed avere la giusta considerazione che compete alla nostra città.
Corigliano lì, 18/08/2015
Partito Democratico