Un giovane studente universitario di Corigliano, incontrato di recente, essendo rientrato per le vacanze estive, mi ha raccontato un po’ della sua vita in Via Mezzocannone, a Napoli, la quale, oltre che via storica, rappresenta anche il centro della vita universitaria di centinaia di studenti.
Il colloquio con questo giovane mi ha portato lontano nel tempo, nei ricordi del mio soggiorno universitario, allorquando mio nonno materno mi ha ospitato in casa sua per circa 5 anni, nel famoso quartiere di Materdei, a Napoli.
Erano gli anni ‘80, precisamente dal 1982 al 1986, e la città portava ancora i terribili segni del terremoto; ricordo i vecchi e fatiscenti palazzi ancora puntellati con travi di legno, attraverso i quali era un’impresa passarci a piedi, dopo aver fatto i dovuti scongiuri, come nella migliore tradizione napoletana.
Via Mezzocannone era però rimasta intatta, col suo brulicare di tanti giovani e tante ragazze che si recavano presso la Facoltà di Legge oppure facevano la fila alla mensa universitaria. Come me, altri carissimi amici di Corigliano, nonchè studenti universitari, percorrevano la stessa strada che, da Spaccanapoli, conduce a Corso Umberto I°: gli amici della mensa erano Antonio Avella, Pierpaolo Agrippino e mio fratello Pasquale; occasionalmente, incontravo anche Antonio De Rosis, Peppino Policastri e Franco Marzullo mentre Antonio Longo ed Alfonso Petrone li incontravo di più per motivi di studio.
Poi, vi erano altri che abitavano nei quartieri più altolocati di Napoli, come ad esempio Davide Cerbella e Natale Viteritti al Vomero e Francesco De Caro ai Colli Aminei.
Per incontrarli di sera, mi recavo al Vomero e lì passavamo la serata in qualche pub o pizzeria e si univano a noi anche alcuni studenti di Cosenza, di cui ricordo solo il carissimo Antonio Caruso.
Inoltre, come non ricordare le ragazze coriglianesi, che alloggiavano nell’Istituto Benincasa, a Corso Vittorio Emanuele, come Gabriella Tramonte, Patrizia Cardamone, Tiziana Coscarella, Silvia Cumino e poi Silvana Abbate e Tina Casciaro in Via Salvator Rosa, oggi tutte affermate professioniste.
Infine, un altro bel ricordo sono le domeniche d’inverno, trascorse a casa di mio nonno materno (lui però abitava a Corigliano) nel quartiere storico di Materdei, dove invitavo a pranzo alcuni di essi, oltre a Franco Spezzano e Piergiorgio La Grotta, e dove si cucinava alla grande la tipica cucina coriglianese; si trascorreva tutta la giornata in casa e si usciva poi la sera per andare in qualche discoteca. Ricordo poi che, durante un’assemblea generale degli studenti iscritti alla mensa di Via Mezzocannone, erano presenti solo 10 studenti, tutti di Corigliano: probabilmente, i problemi che affliggevano la mensa (pochi per la verità, in quanto si mangiava benissimo) interessavano solo noi di Corigliano e tutte le decisioni venivano approvate ovviamente all’unanimità.
Spero di averli menzionati tutti gli amici e studenti di Corigliano, che hanno lasciato nel mio cuore tanta nostalgia degli anni passati insieme e che oggi vivono nella loro città di origine da stimati professionisti.
Sono trascorsi oramai più di trent’anni, ma quei ricordi felici, di gioventù impegnata e spensierata, restano sempre indelebili; come, del resto, erano nitidi e pieni di nostalgia anche i ricordi di mio padre degli anni ’40, universitario a Napoli con altri coriglianesi famosi, come Colosimo, De Caro, Mazziotti, Rugna ed altri ……. MA QUELLA E’ UN’ALTRA STORIA.
Ernesto Borromeo.