“Ho dovuto comprare i mattoni per poter tumulare nel loculo mio padre, tutto ciò è davvero una vergogna”. E’ indignato Angelo Aversente nel mentre ci riferisce l’accaduto, dopo che nei giorni scorsi ha dovuto dare degna sepoltura al papà Giorgio. “Che il comune di Corigliano – afferma Aversente – fosse ormai allo sbando, alla deriva, che noi coriglianesi siamo divenuti ormai la vergogna “almeno” di tutta la Piana di Sibari lo si sapeva, ma quello che ho potuto constatare di persona presso il cimitero cittadino è davvero troppo, ecco perché dico che abbiamo toccato il fondo”.
Questo il racconto più nello specifico del nostro interlocutore: “Mi sono recato di buon ora presso il cimitero per tumulare il mio papà, nella cappella di famiglia. Una volta li mi sono recato presso l’ufficio che si trova all’interno del luogo sacro, per definire tutto l’iter burocratico necessario in circostanze del genere. In quel momento – afferma ancora Angelo Aversente – non era presente il responsabile, bensì un suo sostituto, il quale provvedeva a compilarmi un bollettino postale pari ad euro 180.00 (che poi come spiegherò è scesa a 159 euro), somma necessaria per effettuare la tumulazione e che avrei dovuto pagare successivamente. Fino a quel punto tutto ok, ma le sorprese dovevano ancora venire. Infatti la tumulazione non si poteva fare perché mancavano i mattoni per chiudere il loculo. Appresa la notizia dall’interno dell’ufficio ho telefonato l’ufficio del comune addetto chiedendo del responsabile, Ing. Durante, che però non era presente, al suo posto rispondeva il responsabile del cimitero sig. Ritacco, il quale candidamente rispondeva che il comune di Corigliano non aveva soldi per comprare i mattoni. A tale risposta – racconta ancora Aversente – ho ribadito che i mattoni li avrebbe gentilmente offerti la famiglia del defunto e che sarebbero stati disponibili di li a poco. Nel dubbio ho chiesto se era necessario provvedere anche all’acquisto della calce necessaria per la muratura, ma per quella mi è stato risposto che non c’erano problemi. Una volta giunti i mattoni sul posto, si è proceduto alla tumulazione, atteso che il personale addetto era composto solo da tre persone e materialmente abbiamo dato una mano (i familiari) per le operazioni. Non sto qui a sottilizzare sull’attrezzatura impiegata per alzare la bara all’altezza del loculo, e cioè cavalletti precari e instabili, che forse nemmeno il rottamaio userebbe. Ma la cosa davvero raccapricciante è che gli addetti comunali volevano trasportare la salma dalla camera mortuaria del cimitero fino al loculo su un motocarro adibito al trasporto dei laterizi e che sullo stesso pianale di solito viene impastata la calce. Non avevano un carrello adatto, che successivamente è stato messo a disposizione dall’impresa di pompe funebri”. Ma il racconto, allo stesso amaro e di denuncia di Aversente non si esaurisce qui, infatti ci fa notare: “altra nota degna di rilievo è il fatto che al momento presso il nostro cimitero sono in attesa di sepoltura all’incirca una ventina di salme ( i decessi più datati risalgono ai primi giorni di maggio scorso) tutto ciò, dicono, per la mancanza di loculi comunali. Tutto ciò è a dir poco assurdo. Ma come si può imporre a dei familiari di recarsi presso le camere mortuarie per piangere i propri cari anche a distanza di mesi ? Ma viviamo o no in un paese civile? Perché le autorità sanitarie permettono tutto ciò?”.
Fonte Il Quotidiano del Sud