Comune: Niente è cambiato, fra epurazioni” assessore Antonello Gianzi e Franco Scorzafave ex assessore all’urbanistica” trasferimenti” Luigi Greco, comandate vigili urbani” nomine assessori “Enzo Siinardi” la tanta decantata rivoluzione in tema di trasparenza, legalità e partecipazione è ancora tutta da divenire, quello che è certo che le epurazioni ancora non sono finite, chi sarà il prossimo?
Per distogliere l’attenzione dai veri problemi che affliggono il comune si preferisce mettere in giro notizie tra l’altro non vere, senza fondamento come il trasferimento dei reparti di chirurgia ed ostetricia dall’ospedale di Corigliano, il problema è che a credere a queste menzogne siano in tanti, tra questi il sindacato. Ci troviamo a convivere con un comune azzoppato da ingerenze politiche e da condizionamenti esterni, ci troviamo davanti a consiglieri comunali impegnati più che altro all’assoluta obbedienza al capo, buona parte di questi privi di esperienza amministrativa, di una minima formazione politica ideologica e di appartenenza dimostra che niente è cambiato rispetto al passato all’interno della casa comunale. A questo si aggiunga chi non eletto dal popolo si trova oggi a ricoprire il ruolo di assessore, di vice sindaco o di dirigente solo perchè è inviso a qualche consigliere comunale, al sindaco, al politico, o parente di qualcun altro. Questa realtà politica ormai incancrenitasi all’interno delle istituzioni cittadine passa inosservata, tanto da far credere che chi siede in consiglio comunale sia libero di prendere le proprie decisioni in quanto estraneo al sistema partito, invece non è così, nei fatti tutti i membri del consiglio comunale, sia di maggioranza che di opposizione, non sono liberi di prendere decisioni, non sono liberi di svolgere il proprio ruolo in completa autonomia in quanto tutti sono riconducibili al politico di riferimento che ha sponsorizzato a sua volta la loro candidatura alle ultime elezioni amministrative. Questo fa si che in consiglio comunale si respira aria di subalternità, di ricatto in quanto tanti coscientemente sono quelli che ad oggi debbono far fronte al pagamento di quella cambiale in bianco firmata a suo tempo. Questa realtà fa si che Corigliano abbia un consiglio comunale, una giunta blindata nelle decisioni dove a primeggiare sono la figura del capo e degli sponsor, dispensatori a loro volta di interessi e di nomine all’indirizzo del consigliere comunale o funzionario più fedele a condizione che non diano fastidi al manovratore, l’importante che siano bravi ed ubbidienti ad alzare il braccio in consiglio comunale quando gli si viene chiesto, che non si mettano di traverso alle decisioni prese da altri. Basterebbe ricordare ai più la vicenda che ha interessato l’ex presidente del consiglio comunale seppure per poco Maddalena Avolio, ci si ricordi come è stata gestita la sua vicenda rispetto ad altre. Al di la delle scelte e delle decisioni politiche criticabili o meno, è stata abbandonata a se stessa, non difesa dai consiglieri comunali, dal sindaco e dal suo stesso sponsor. Tutti in coro la volevano dimissionaria sin dal primo giorno per non essere travolti e per paura di andare a casa prematuramente, memorabile è stata la riunione che si è tenuta in casa della stessa. La si è lasciata in pasto al tritacarne dei media e di tutta la società coriglianese, come fosse la prima e l’unica a commettere un presunto abuso edilizio in questa città. Non entriamo nel merito, dissentire dai metodi usati non vuole dire che ci schieriamo a favore di chi probabilmente non rispetta le leggi, diciamo solo che tanto clamore forse non era giustificato, lo si è fatto con troppa cattiveria, con morbosità patologica, ci è sembrato un po’ troppo. Chi ha pianificato tutto, perchè un regista ci sarà pur stato l’ha avuta vinta anche perchè attaccare una donna indifesa, alle prime armi, senza politici che la potessero in qualche modo difendere e impreparata a controbattere i lupi del mondo politico locale è stato facile. La vicenda per la consigliera comunale purtroppo per lei continua ad avere ancora oggi degli strascichi, non la si rende partecipe delle decisioni prese in giunta, c’è solo un privilegio che ancora gli viene concesso ed è quello che il suo capogruppo la rassicura al telefono di stare tranquilla, di non dare adito alle male lingue, di starsene buona a casa, ma nello stesso tempo e non se ne fa mistero a volerla dimissionaria sono in tanti. Al contrario, si è propenso ad essere più che tollerante, di chiudere tutti e due gli occhi su altre storie che riguardano soggetti che hanno condiviso e che condividono la loro professionalità con realtà e personaggi noti alla magistratura per reati contro la pubblica amministrazione ed enti privati tipo INPS o altro. Questa disparità di trattamento sarà dovuta forse al fatto che all’interno della maggioranza esistono consiglieri di serie A e di serie B, figli e figliastri. Evidentemente qualcuno è più protetto rispetto ad altri ed i motivi potrebbero essere diversi: che goda di protezioni politiche forti che lo rende immune da eventuali epurazioni o indagini, oppure si ha paura che una volta depotenziato del suo ruolo possa diventare come si dice un cane sciolto e mettere in serie difficoltà l’attuale maggioranza. Si affronti piuttosto l’emergenza cimitero, si incomincino a mettere in agenda soluzioni serie, discutere della costruzione eventualmente di un nuovo cimitero o la riesumazione di tutti quei nostri defunti seppelliti più di trenta anni fa. Si è dato precedenza, con il voto a favore dell’opposizione rinegoziare i mutui con le banche senza pensare agli effetti negativi che questa decisione avrà sui futuri bilanci delle prossime amministrazioni, non si è tenuto conto nemmeno degli effetti che avrà sul bilancio delle famiglie coriglianesi, per forza di cose aumenterà ulteriormente la pressione fiscale sui tributi, si poteva fare una discussione del come fare fruttare l’enorme patrimonio di proprietà del comune: immobili e terreni, oppure un capillare controllo per recuperare la enorme evasione fiscale.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.