Rispetto a quanto apparso l’11 luglio sul blog di Corigliano Calabro a firma De Pasquale replichiamo che il signor Falsetta ha aderito liberamente, sottoscrivendolo come la norma prevede, il documento di richiesta di indire referendum per l’unificazione di Corigliano e Rossano. Nulla da allora, da parte dell’Associazione depositante la richiesta di unificazione, è mutato.
Il Movimento dei firmatari la richiesta del Referendum, primo Dr. Le Voci (casualmente di Corigliano), per distinguersi pubblicisticamente s’impose il nome “100 associazioni per la fusione di Corigliano e Rossano” decidendo poi di darsi, per esemplificazione organizzativa, non “una sorta” di portavoce ma un Portavoce Coordinatore, scegliendo per questa incombenza (nessuno riceve gettoni di presenza e tutti si pagano le spese) l’Avv. Amerigo Minnicelli. Il Movimento è sempre stato correttamente equidistante dai due Sindaci e dai partiti politici, anche nel momento più difficile come le elezioni regionali. In quell’occasione il movimento scelse di fare la sua parte dando pieno appoggio a chi, presentandosi alla competizione elettorale, del Movimento faceva già parte, tanto è che vi furono le lagnanze di due rispettabili candidati, uno del M5S e uno del PD, entrambi di Rossano, benché pro-fusione. In quel frangente il Movimento si spese, con pubbliche manifestazioni, per un associato facente parte del partito “Fratelli d’Italia” e per altri due associati candidati nelle liste per Mario Oliverio, del PD. Ne discende con chiarezza che il Movimento richiedente il Referendum per la Fusione dei due comuni ha sempre mantenuto la medesima posizione e il medesimo comportamento autonomo. La linea che tramite il giornalista De Pasquale si vuol far passare, attraverso la narrazione dell’esistenza di due anime diverse, nel comitato, una di Corigliano e una di Rossano è una semplice sciocchezza, una non notizia smentita ancor prima dai fatti. Vale la pena ricordare che i due Consigli Comunali, attraverso i loro Sindaci e Presidenti, su appuntamento concordato in seguito a specifica richiesta di due gruppi politici di Corigliano, indissero contemporaneamente i Consigli Comunali che dovevano deliberare sulla Fusione dei due Comuni e avanzare la richiesta di fissazione del referendum alla Regione. Cosa che, com’è noto, Rossano fece spendendosi positivamente mentre, il Consiglio di Corigliano, a sorpresa anche dello stesso Sindaco e Presidente, dovette rinviare la seduta per dissidi interni al Consiglio stesso, giustificati politicamente dalla necessità di maggiori approfondimenti. Era palese sin da quell’avvenimento e il nostro Movimento delicatamente lo manifestò, che l’impasse fosse dovuta alle lunghe mani di chi, temeva proprio che i due Deliberati per la Fusione bloccassero il trasferimento della nostra dote di servizi urbani verso altri luoghi, nella fattispecie verso Castrovillari e Cosenza-Rende. Quelle Mani avevano l’estrema necessità di bloccare gli effetti politici-amministrativi che sarebbero conseguiti a quella scelta incompiuta e, per come sappiamo, la manovra serviva ad attivare e gli serve ancora per far permanere in isolamento i Comuni di Corigliano e Rossano. I Pupari si poggiarono su quell’arco di uomini disponibili che da Acri, passando per Cosenza, terminava in Cassano. Tra questi non mancò chi già conobbe le patrie galere, mentre un altro di loro rischia di sedere nell’anticamera delle stesse galere. Questo disegno si manifestò anche sul piano elettorale, infatti, collettivamente il centro & centro, dei luoghi avversi, tutto assieme, decise che la composizione delle liste regionali fosse fatta in modo tale da privare della dovuta rappresentatività questa nostra zona, favorito da chi a questo gioco avrebbe dovuto opporsi. Invece il nulla si fece avanti, cosa simile avvenne per la elezione del Presidente della Provincia. Il disegno di aggressione di cui siamo vittime nasce con la scelta, portata avanti dal Governo Monti, di ristrutturare i territori. Come gli avveduti sanno, le ristrutturazioni non fanno prigionieri perché tutto deve essere rastrellato dagli uomini e dal territorio da cui tutto è programmato. Per far ciò era necessario isolare e sconfiggere il territorio più temuto e forte, l’unico che poteva opposi, facendo alcune regalie apparenti a un altro comune, posto a nord-ovest, utile a includere l’eventuale suddivisione della Basilicata e quindi consentire a Cosenza di giungere ai confini della Campania, all’agognata Napoli, per beneficiare delle sue rette di sviluppo e raccogliere quanto, a sbafo, produrrebbe l’inventata “Città Metropolita di Reggio Calabria”. La tattica è militare, ora israeliana dell’enclave, qui applicata per salvaguardarsi dalle Aree Vaste. Il disegno manifesto politicamente è stato preparato da tempo. Prende, parafrasando Leonardo Da Vinci, il nome di “I Luoghi Ideali” e di questo ne abbiamo già discusso. Tutto ciò sta portando alla spoliazione dei nostri dati, freddamente rilevati dall’ISTAT, attraverso i quali si attiva la scala della definizione gerarchica dei luoghi abitati e quindi la scala di definizione e classificazione dei livelli di attenzione, per il nostro territorio, dei due Governi: nazionale (?!) e regionale. Anche tutto ciò dal Movimento è stato spiegato e scritto da tempo. La gestione delle nostre “cose”, dopo l’insediamento del Governatore Mario Oliverio, sta coerentemente peggiorando, con la sottrazione di altre “cose”, come la questione dell’Ospedale della Sibaritide ha evidenziato, benché continuino le promesse da marinaio. Parimenti il comportamento dei lanzichenecchi deve farsi necessariamente audace, coerentemente come dato per scontato, hanno necessità di far saltare il banco e chiudere la partita anche con la delazione e la calunnia. Come al solito si attiva la secolare attitudine che vuole, per avvinghiarsi al carro del vincitore, che non solo si diventi ma si appaia determinati nell’azione contro il nostro luogo abitato e contro quanti lo difendono. Sono auto costretti a divenire più radicali del Puparo. Tutto ciò per raccogliere le cadenti briciole, avere protezione, sovvenzioni, consulenze. Tra questi primeggiano i più interessanti ma anche i meno accorti. Resta al fondo la contraddizione evidente di chi, da una parte afferma che non gli interessa l’ipotetico finanziamento in più e le utility provenienti dalla fusione e dall’altra chiede, di contro, analisi inesistenti per valutare, così dicono, i vantaggi reali del Comune Unico. A noi interessano i fatti, la rissa serve solo agli avversari del futuro dei nostri figli. Questa brevemente narrata è storia e non può essere cambiata raccogliendo per quanto riportato, un supposto parere di un Associato, che a oggi, in verità, non ha formalizzato alcun suo distacco dai proponenti il Referendum e che, con certezza, sino alla data delle questioni analizzate, sposò ogni cosa che l’associazione produsse. Ricordiamo ai più smemorati, che l’Associazione richiedente la Fusione è una sola e non due, o ennuple e non è composta per luoghi ma per singoli e associazioni presenti sul territorio. L’unica cosa che è mutata è il Governo della Calabria. Corigliano è il cuore produttivo e la locomotiva economica della Sibaritide? Si vuole l’unificazione con la città di Cassano? Bene, chi vuole ciò sia serio e faccia come abbiamo fatto noi, si costituisca in Movimento di Cittadini dal basso e promuova la richiesta di deliberato di fusione tra Corigliano e Cassano. Saremo lieti di avere torto, da come diversamente valutiamo. Ancor di più lo saremo se, chi disegna la fusione tra Corigliano e Cassano, sempre che Cassano sia d’accordo, riuscisse ben presto a risollevare le nostre sorti e capovolgere l’aggressione in atto. Siate attivi! Su questo obiettivo vi sfidiamo. Dopodiché, fatto ciò, se questo non dovesse manifestarsi e soprattutto non dovesse raggiungere gli obiettivi proposti o peggio venisse appoggiato da chi ci sta avversando, tutto diverrebbe ulteriormente chiaro ai più e tanto comportamento sarebbe letto per quello che è “intelligenza col nemico”. Noi abbiamo ipotizzato e lavoriamo esclusivamente per la reale unica possibilità che si intravede e riguarda la costruzione di una “Nuova Città sullo Jonio”, non lavoriamo contro nessun altro territorio ma per tutti i cittadini e comuni dello Jonio. Per rendere possibile che ciò avvenga, analizziamo in questa ottica, i fatti da oltre un decennio giungendo alla conclusione che per liberare le risorse presenti e capovolgere le scelte aggressive contro di noi e decise da altri , vi è una e una sola possibilità, fondere Corigliano e Rossano e consolidarne il processo. I tanti contributi alla nostra tematica data da ex Consiglieri, Sindaci, Uomini cultura e Imprenditori, tra cui l’ultimo dichiaratosi sul Blog, ex Consigliere e Imprenditore con attività di tutto rispetto, Sig. Alonia, rendono ancor di più umilmente condivisibile e perseguibile la creazione della “Nuova Città Jonica”. La sopraggiunta Legge Del Rio sulle Fusioni tra Comuni è solo un positivo incidente che ci aiuta nell’obiettivo. Il motivo fondante sta in alcune essenziali peculiarità fortuite che i due comuni possiedono: l’immediata vicinanza, la crescita urbana ed economica parallela, gli scambi commerciali remoti, come remoti sono gli apparentamenti tra le famiglie, le oggettive definizioni territoriali accumulate sin dal Deliberato CIPE, la non liquidabilità del dato sulla densità edilizia territoriale. Non ripetiamo qui quanto altro già detto. Tutto il resto e le “moine” lasciano il tempo che trovano. Solo così potremmo far fronte anche ai bisogni più larghi del territorio, rivendicare i diritti cancellati e guardare verso ovunque, nelle non evidenti ristrutturazioni in corso dei territori regionali. A oggi il Comitato delle 100 Associazioni non si è mai pronunciato contro le necessità avute e gli impegni manifestati dal Sindaco di Corigliano. Trascorso il tempo che il Consiglio si è dato, aspettiamo che il Deliberato richiesto per la Fusione e per l’organizzare del Referendum sull’unificazione di Corigliano e Rossano sia onorato, anche a maggioranza, lasciando che il dibattito che sul territorio e nelle scuole come da tempo il Movimento persegue, continui ancor più fluidamente, e che ha determinare il risultato ultimo siano i cittadini. Il tempo è contro di noi, perciò auspichiamo che il Consiglio di Corigliano si assuma la responsabilità di decidere.
arch. Cosimo Montera