Mi trovai – quando, dove … non so – in un paese, dove un cartello avvisava delle tante cose messe in cantiere per la bella stagione. Passò l’estate e, con l’autunno, arrivò anche tanta delusione. A fronte di qualche iniziativa – si disse – pensata e costruita con garbo, si realizzò un flusso di manifestazioni piuttosto asciutte.
Repliche – si aggiunse – repliche sfuocate, come usa la tv, quando nulla di nuovo ha da proporre. Già, il nuovo! Forse, l’errore sta proprio qui, nel pretendere il nuovo da un cartellone estivo, quando – si sa – l’estate è il tempo del già visto: canti e balli sotto le stelle, con contorno di sagre e di mostre. Che, poi, fatte salve le eccezioni, è quel che piace a grandi e piccini.