Debbono capire”I GIOVANI” che si vive in una città tutta da rifare, una città che stenta a liberarsi dai tanti condizionamenti politici e dai vari carrozzoni sia politici che ideologici, oggi il centro destra, ieri il centro sinistra. Si convive in una città con una inquietante pressione fiscale locale, un salasso di Stato, siamo costretti a mantenere politici trombati alle ultime elezioni regionali ma già sistemati ai vertici del sottogoverno regionale senza contare gli ultimi inquisiti nella rimborsopoli ”biglietti del gratta e vinci, cene, viaggi ecc” alla regione Calabria.
Si vive in una città che non riflette sugli errori propri e su quelli di una classe politica insensibile ai bisogni altrui. Corigliano, se fosse diversa, se fosse una città seria farebbe a gara per eleggere, per avere un sindaco reduce richiamato al fronte a combattere il degrado imperante e che regna in città a 360°. E’ triste notare che il tutto avviene sotto gli occhi dei tanti giovani sequestrati del loro futuro, e quando si brucia il futuro di un uomo si brucia la sua sostanza individua, e si riduce a puro nulla quello che era un concreto di esistere. I giovani Coriglianesi non si rendano conto che vivono la loro rassegnazione come se sapessero già la loro fine, è il momento di organizzarsi dal momento che per loro la politica fa molto poco o addirittura niente, purtroppo preferiscono soccombere, non prendere le fila delle cose e portarli alla realtà di oggi. Si vive in una città dominata da egoismi e da un linguaggio grezzo quasi ad auto compiacersi delle precarie condizioni sociali attuali, nessuno si mobilità, ad incominciare dai partiti per cercare di ribaltare le responsabilità, gli atteggiamenti di amministratori locali sia di ieri che di oggi che continuano ad umiliare la stessa dignità, atteggiamenti e decisioni che rallentano ed uccidono qualsiasi spiraglio di progresso sociale e di produzione economica. Smentiscano”i giovani” chi vuole che la città sia caratterizzata da una mentalità terrone caratterizzata da tratti autolesionisti a volere rifiutare qualsiasi valore sia etico che morale. Ci si renda conto che questo clima di subordinazione alla politica non tiene più anche perché nel frattempo sono nati falsi e veri profeti che confluiscono nella gran piana dove albergano l’arrivismo individuale, germoglio di povertà collettiva e dove a perire sono specialmente i giovani, il popolo minuto, gli onesti esclusi come i lebbrosi e tenuti a freno da cani mastini forti del loro potere e pronti a dilaniarsi tra loro per una fetta di potere e continuare così a sopravvivere politicamente. Piangersi addosso, stare a discutere del passato, dei soliti problemi: “s.s. 106, porto, Ospedale della Sibaritide, tribunale, conurbazione con Rossano, se quel politico o l’altro è più simpatico dell’altro, di immigrazione, degrado ambientale e di strade un colabrodo” a cui la politica con il suo lassismo cronico non sa dare risposte e soluzioni è scandaloso. Non è più possibile che la politica continui a decidere per gli altri e nello stesso tempo essere il corpo della società tutta. LA PROPOSTA CHE VORREI FORMULARE E’ LA SEGUENTE: i giovani se vogliono possono fare tanto, incomincino a far rivivere il centro storico con molto poco, spostino la cosiddetta Movida, quella del sabato sera nelle piazze e nelle vie del borgo antico per incominciare a riscoprire, a far rivivere quelle bellezze, seppur poche ma a suo tempo vanto della città. Occasione questa che se presa sul serio potrebbe dare stimolo, seppure timido ai privati ed a qualche costruttore ad investire tra le mura del borgo antico. Iniziare così, allo scopo poi di fare da stimolo per altre iniziative che, è giusto ribadirlo, si possono organizzare senza un grosso dispendio economico. Noi siamo convinti che bastano poche idee, ben coordinate, coinvolgenti per ridare vitalità al Centro storico. Siamo convinti che questo argomento per molti sarà un contro canto, una soluzione sterile e comunque da criticare a prescindere e che non troverà nessuno d’accordo, se è così, come altre volte è successo c’è ne faremo un ulteriore motivo per continuare a credere che la città non è matura, non è pronta ad affrontare il cuore delle contestazioni o trovare soluzioni anche semplici come questa. Tutte le proposte in questo tempo scarno di cultura, di civiltà e di iniziative sono le benvenute non fosse altro per superare quei tabù e quegli ostacoli che impediscono il rilancio del borgo antico dal punto di vista almeno del turismo.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio