Estate. Momento nel quale una città che vive di turismo sfodera il meglio di se. Segnaletica tirata a lucido, strade pulite, strisce pedonali, illuminazione, poi dopo eventualmente un cartellone estivo, per completamento. Alla base ovviamente la salute dei cittadini. Un passo indietro. Lungomare distrutto e lasciato alla polvere ed ai turisti increduli, mare sporco, eventi col contagocce. Siamo a Corigliano.
Città delle cose non fatte, delle parole dette e poi negate, dei patti scriteriati e delle sirene della polizia. Un paesotto che si trascina stancamente in attesa di qualcosa. Un film già visto. Dalle montagne pare arrivi qualcosa. A breve. Intanto ecco il mare sporco, le strade piene di spazzatura ed i sudori dei martoriati e volenterosi commercianti. Perché in fondo qui è il festival delle occasioni perse. I conti. Nota dolente ed allora lotta agli evasori che mangiano sempre meno e sguardo dall’altra parte per ciò che riguarda appalti, lavori e sprechi arcinoti. C’è un elenco, di cose non fatte, di frasi solo sussurrate, di accordi saltati e di nuove strategie. Ma i registi spesso fanno i conti senza l’oste. E poi il nuovo che avanza ha parecchio da dover spiegare. Tempi duri con tantissimi bravi solo a giocare a nascondino. A proposito, non parlate male del principe delle omissioni. Poi potrebbe arrivare la telefonata del rampollo. E allora vai col congiuntivo optional.