Siamo alle solite il comune di Corigliano, quasi fosse avvolto da una imperdonabile amnesia totale, continua a tergiversare sul futuro assetto del territorio comunale rinviando a tempi migliori (dice Il Sindaco) l’invito del vicino comune di Rossano a dar vita ad una fusione che potrebbe avere una ricaduta economica non indifferente per la piana di Sibari.
Ma strane sirene navigano contro il progetto di fusione adducendo penose giustificazioni tutt’altro che circostanziate, ma sufficienti a condizionare l’immobilismo ammnistrativo del primo cittadino. Atteggiamento che rispecchia, da due anni a questa parte, l’impegno quotidiano del sindaco di Corigliano sempre più lontano dai reali bisogni della collettività.
Questa volta a dar man forte al dott. Geraci figure di secondo piano della politica cittadina che preferirebbero continuare a vivacchiare piuttosto che confrontarsi con una realtà come quella di Rossano solerte a ridare vigore e slancio al proprio tessuto economico.
Ai detrattori cittadini credo sia opportuno ricordare come mai molti imprenditori, negli ultimi tempi, hanno deciso di avviare attività commerciali a Rossano piuttosto che a Corigliano.
Evidentementre avvertono il cambiamento politico ed economico nella vicina città bizantina.
Al di là di quanto possa essere deciso in seno al consiglio comunale di Corigliano crediamo sia opportuno, come più volte ricordato dal consigliere comunale comm. Giorgio Aversente, lasciare alla collettività ogni decisione sulla fusione comunale. Basterebbe una petizione popolare per conoscere l’orientamento della cittadinanza e scrivere così la parola fine ad una vicenda che,con il passare del tempo, sta assumendo toni davvero grotteschi. Inoltre auguriamo un coinvolgimento attivo delle associazioni favorevoli alla fusione.
La loro presenza oltre ad essere annunciata deve essere confortata dalla presenza per evitare passerelle mediatiche inutili. Fusione che andrebbe non solo sostenuta ma allargata ad altri comuni della piana di Sibari per garantire,a livello regionale, una controparte forte numericamente. Nell’attesa continuiamo a fare dello sciocco campanilismo per garantirci quel piccolo orticello di potere a cui siamo affezionati pur sapendo che presto resterà ben poco dei nostro esasperato individualismo.
redazione
LA PANCHINA