Assolta per non aver commesso il fatto. E’ questa la decisione assunta nei giorni scorsi dai giudici della corte di appello di Catanzaro (Presidente Fabrizio Cosentino, giudici Antonio Giglio e Antonio Saraco) nei confronti del medico coriglianese, Maria Teresa Barletta. La pediatra, in servizio presso l’ospedale di Corigliano, era accusata di omicidio colposo medico, ed in primo grado con sentenza del 17 luglio 2013, venne condannata dal tribunale di Rossano a sei mesi di reclusione.
Ma quali sono i fatti per i quali la professionista coriglianese è stata prima condannata quasi due anni fa, ed invece oggi assolta ? La vicenda risale al 20 gennaio del 2007. Secondo quanto scrissero i giudici nelle motivazioni della sentenza di primo grado la neonata Lucia Roma, che visse dalle 22,30 del 19 gennaio alle 3 del mattino del 20 gennaio 2007, aveva il 90% delle probabilità, di sopravvivere, e questo secondo quanto stabilirono i consulenti del tribunale di Rossano. La Barletta in servizio presso l’ospedale Guido Compagna, il 20 gennaio del 2007 fu chiamata al capezzale di una bambina che visse lo spazio di una fredda notte d’inverno. “Tardivamente” – si ripete più volte nelle ventisei pagine che motivano la decisione del tribunale. Tardivamente sarebbe arrivata la diagnosi e la decisione di trasferire la piccola all’Annunziata di Cosenza. La pediatra, come detto due anni fa, venne condannata a sei mesi di reclusione e al risarcimento in solido con l’azienda sanitaria provinciale del danno ai genitori. “Tenuto conto- evidenziò allora il dispositivo- della drammaticità della vicenda, del danno morale subito dalla madre e dal padre privati della primogenita”. Ora, invece, come detto i giudici di appello nel rivedere la decisione dei colleghi di Rossano hanno completamente ribaltato quel giudizio, riconoscendo completamente estranea alla vicenda della piccola Lucia Roma, il medico coriglianese. Per conoscere le motivazioni che hanno indotto i giudici della Corte di appello ha ribaltare il giudizio di quelli rossanesi bisognerà attendere 90 giorni. Aldilà di quelle che sono state le vicende processuali durate otto anni, quello che maggiormente ha colpito di questo caso fu lo strazio ed il dolore della famiglia Roma, tenuto conto che la piccola Lucia era la primogenita.
Giacinto De Pasquale{jcomments off}