Sono stati un momento importante sul piano squisitamente etico ed una particolare occasione di crescita spirituale quelli vissuti presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “ Don Bosco”, sapientemente guidato dal Dirigente Scolastico, Dott. Agostino Guzzo; i giovani studenti hanno, infatti, avuto la grande opportunità di incontrare ed interloquire con una Personalità di grande sensibilità: Sua Eccellenza Monsignor Donato Oliverio, Vescovo della Diocesi di Lungro,
il quale è stato accolto da un tripudio di applausi, chiara espressione del vivo apprezzamento e dell’entusiasmo di tutti i convenuti, dai ragazzi al corpo insegnante, dal personale ATA ai collaboratori scolastici presenti, al Presidente del Consiglio d’Istituto, avv. Antonietta Bruno. Sua Eccellenza il Vescovo Donato in questo incontro, testimonianza simbolica di amore, fratellanza e serenità, ha ritenuto opportuno sottolineare la necessità del rispetto di regole etiche e comportamentali, l’importanza delle differenze e delle identità, l’obbligo della difesa delle opinioni altrui, l’esigenza della salvaguardia della cultura , del pensiero e della storia dei Popoli perché possa realizzarsi una coesistenza libera e democratica tra individui. Un altro passaggio estremamente importante della testimonianza del Prelato, è stato il riferimento alla famiglia, alla scuola e alla cultura, le quali hanno un ruolo centrale ed una funzione imprescindibile nel delicato processo di formazione dell’uomo e del cittadino con un preciso riferimento al territorio e al microcosmo in cui si troverà a vivere e ad operare. E’ assolutamente necessario, in tale ottica, il poter acquisire dalla scuola gli strumenti più adatti per un proficuo inserimento nella realtà lavorativa in modo da agire più efficacemente a beneficio della società. In un periodo storico quale quello attuale, caratterizzato dall’incertezza, dalla precarietà, dai dubbi di una società multirazziale, dalla recrudescenza di violenza, intolleranza e paura del “ diverso”, il compito affidato alla scuola e alla famiglia è immane e comporta, molto spesso, un viaggio amaro nelle proprie responsabilità e nell’inevitabile conflitto tra impegno civile e banalità di tutti i giorni. E’ assolutamente imprescindibile, in ultima analisi, la necessità di uno scossone, di un sussulto delle coscienze, la necessità di “ guardarsi dentro” per vedere cosa accade in noi stessi e, partendo dai bisogni collettivi, cogliendo le aspettative delle nuove generazioni, lavorando per costruire risposte, porsi l’obiettivo di una società più umana, più alta, ispirata ai valori della giustizia, dell’uguaglianza, della solidarietà, della tolleranza.
Cantinella, 13/05/2015 Prof.ssa Maria Matranga