Assemblea pubblica in piazza Don Bosco organizzata dal Fronte della Gioventù Comunista con la presenza di molti studenti.
“Contro La Scuola Di Classe, No Invalsi” – questa è stato lo slogan scandito nel corso della manifestazione di oggi per inquadrare il reale progetto dei test all’interno del piano di smantellamento della scuola pubblica attuato dal governo Renzi, sotto direzione Ue.
«La Buona Scuola – spiegano i ragazzi del Fronte – ha confermato ciò che affermavamo da tempo su queste prove. Dopo più di 20 miliardi di tagli alla scuola pubblica cumulati a partire dal 2008 per fare fronte alle imposizioni della UE, ormai neanche più celato è quello di ripartire le poche briciole di finanziamenti pubblici rimasti per le scuole pubbliche sulla base di queste valutazioni nazionali. L’obiettivo della somministrazione delle prove Invalsi è quello di “premiare” con i finanziamenti statali le scuole più prestigiose, invece di intervenire laddove c’è bisogno. Per il resto, le scuole dovranno affidarsi ai finanziamenti delle imprese private. Un progetto scellerato, che alimenta la già crescente distinzione fra scuola “di serie A”, e scuole “di serie B”, fra le stesse scuole pubbliche.»
«Abbiamo spiegato agli studenti le ragioni per cui lasciare in bianco queste prove e impedire, quindi, all’Invalsi di stilare le sue graduatorie significa difendere l’istruzione pubblica e opporsi alla “buona scuola” di Renzi» ha annunciato Giuseppe Fusaro, militante del FGC «la protesta di oggi continua sulla scia di quelle contro la nuova riforma della scuola ed è, insieme a quelle nazionali, l’ennesima dimostrazione della contrapposizione con il ddl. È stato spiegato agli studenti come cambierà totalmente l’istruzione dall’anno scolastico successivo e come il concetto di diritto allo studio lo vedremo sempre più assoggettato alle logiche di mercato. La scuola di classe, che questo governo sta costruendo, deve essere combattuta con tutte le forze che si oppongono a questo progetto, dagli studenti ai professori. La necessità è quella di non limitare la lotta ad una sola giornata, ma organizzandosi al meglio affinché la “buona scuola” rivenga ritirata».