Parliamo di sanità, di attività medico professionale autorizzato all’attività in regime di intramoenia ”allargata” ovvero in una struttura esterna all’ospedale, per capirci in uno studio privato, parliamo di chi esercita attività medica in regime di “intramoenia” all’interno dell’ospedale, parliamo di sicurezza nei luoghi di lavoro per come vuole la legge 266 del 1994 con decreto legislativo n° 81 del 2008, parliamo delle lunghe ed infinite file di attesa, parliamo di quei servizi che una volta venivano erogati all’interno del Guido Compagna con ricetta medica ed oggi soppressi perché i macchinari sono eternamente guasti, a chi conviene questa situazione?
Il medico che eserciti una delle due attività non è di per sé pubblico ufficiale ma lo diviene nel momento in cui provvede alla percezione degli onorari da riversare nelle casse dell’ente di appartenenza o per la quota ad esso ente dovuto od anche per l’intero laddove la quota di spettanza del medico gli venga versata tramite stipendio in busta paga.
Sul territorio vi è un numero più che sufficiente di studi medici privati e convenzionati con il servizio sanitario nazionale,abilitati dall’ASP/CS, titolari sono medici che prestano servizio come dipendenti nei vari presidi ospedalieri dell’azienda. Da segnalazioni e da esperienze vissute si evince che la maggioranza di studi medici privati non comunica all’azienda sanitaria: la visita, l’orario, il prezzo della visita e non versa la percentuale”il 20%” dovuta all’azienda, il più delle volte omettono di rilasciare regolare ricevuta ai vari pazienti dai quali incassano direttamente l’onorario, appropriandosi così anche della quota di spettanza dell’ente pubblico. I fatti contestati se corrispondono al vero danno adito a vicende di evasioni fiscale, dimostrata dalla mancata emissione di ricevute di pagamento e, quindi, dalla percezione di onorari in nero che molte volte conferma la responsabilità per peculato per come recita la corte di Appello di Genova con sentenza del 12 aprile 2012 e dalla corte di Cassazione Penale(sentenza nr.20030/14) nei confronti di un medico appropriatosi indebitamente di euro 460circa.
Gli studi medici privati in questione sono tenuti ad osservare la legge che li obbliga a versare tutto all’azienda sanitaria, che a sua volta restituisce al medico il 75% in busta paga tassato del 40%. In questo settore è facile evadere le tasse anche perché la politica non incoraggia i dovuti accertamenti da parte della guardia di finanza che al contrario sono più propensi ad appostarsi davanti ai bar o nei pressi dell’abitazione di una sartina che per guadagnare 15- 20 euro fa pieghe ai pantaloni. Gli studi medici privati hanno vita facile, proliferano perché politici, funzionari e dirigenze di azienda sanitarie fanno loro da sponsor. Le liste di attese infinite nel pubblico scoraggiano il cittadino molte volte a rivolgersi alle strutture pubbliche, è diventato un metodo consolidato per spillare soldi dalle tasche dei cittadini bisognosi di cure. Un esempio per intenderci: giorno 13 aprile 2015 ore 11,30 ci siamo recati presso gli uffici ticket del Guido Compagna per prenotare un ecocardiogramma, dopo una attesa di circa due minuti il malcapitato ha dovuto prendere atto che poteva eseguire l’esame richiesto il 22 gennaio 2016. Tempi lunghi occorrono anche per eseguire un ecodoppler che non si fa in ospedale bensì presso il distretto dello scalo, per una mammografia in termine di tempi più o meno siamo li, alla faccia della prevenzione. Per una gastroscopia, causa guasto del macchinario bisogna rivolgersi all’ospedale di Rossano, per una ecografia alle anche ai lattanti di tre mesi bisogna recarsi presso il presidio ospedaliero di Trebisacce o altrove, al Guido Compagna non se ne fanno più causa carenza di medici radiologici, anche qui lunghe fila di attesa, se poi sei in fin di vita, o hai urgenza il privato è pronto ad accoglierti a braccia aperte rigorosamente a pagamento. Da questo punto di vista l’ospedale di Corigliano ha fatto enormi passi indietro, vuoi anche perché la nuova generazione di medici pare sia più sensibile al profitto che alla missione di medico come la intendeva Ippocrate. Anche il laboratorio di analisi non si è sottratto al ridimensionamento, tanto è vero che le indagini batteriologiche si fanno a Rossano. Per fortuna, tutti i medici non sono uguali, ve ne sono tre(di cui non facciamo i nomi) che svolgono l’attività all’interno dell’ospedale al di là del normale orario di lavoro con onestà e bravura, ma sopra tutto nel rispetto della legge, a dimostrazione della loro onestà il tichet lo fanno pagare direttamente presso gli uffici preposti. Sicurezza negli ambienti di lavoro: Per chi si reca al secondo piano e precisamente tra il reparto di medicina e la rampa che porta agli ambulatori può notare che i vetri rotti di una finestra sono stati sostituiti da materiale in plecsiglass, uno di colore bianco e l’altro rosso, avvitati tra l’altro al telaio in legno, invece dei vetri temperati per come la legge impone. Il rischio è che se qualcuno perde l’equilibrio e sbatte contro questa finestra rischia di farsi veramente male. Chi deve sorvegliare affinché questo non avviene? Forse il titolare della direzione sanitaria che il più delle volte svolge la propria professione a Rossano? O chi lo sostituisce pare senza un atto deliberativo ma per privilegio o per simpatia personale?
Altra priorità da affrontare è il funzionamento della direzione sanitaria 24/24, al contrario di Rossano siamo penalizzati, da loro di medici in direzione sanitaria c’è ne sono tre, escludendo il dott. Carino titolare e responsabile. Da noi l’assenza di un direttore sanitario viene sopperita da un dirigente medico di un reparto qui a Corigliano che come non bastasse è costretto a svolgere le funzioni di dirigente medico anche presso il reparto di medicina di Rossano. La questione si affronta, collocando quei due medici (tra l’altro uno di questi in passato svolgeva questo compito già nel presidio ospedaliero di Trebisacce) tuttora impegnati a mansioni non rispondenti alla loro professione presso la direzione sanitaria,ubicata al quinto piano dell’ospedale di Corigliano. Il tutto anche per elevare gli standard di assistenza in sanità che a quanto pare vengono messi in difficoltà, tutto a favore del privato.
Per il movimento centro storico: Un progetto per non morire. Luzzi Giorgio.