Le è sembrato responsabile aver sollevato un polverone per una questione, lo sbarco dei 110 profughi, che si è risolta in poche ore? Le è sembrato responsabile aver messo sullo stesso piano questioni economiche, questioni d’immagine e necessità di prestare soccorso? Tutto si sta risolvendo in poche ore, non ci sono incidenti, non ci sono disagi, gli organi preposti, a partire dal Prefetto, hanno svolto il loro compito alla perfezione anche, forse soprattutto, se il Comune era assente o quasi.
Lei ne fa prima una questione economica: 50 mila euro sono un costo insopportabile. Chieda l’intervento del Governo Renzi, chieda la collaborazione della Regione, ma non trascini la città, che in larga parte ,ne siamo convinti, non la pensa come Lei.Perchè vogliamo ancora continuare a credere che in questa Città non si siano smarriti i valori fondamentali di umanità ed accoglienza.Valori ribaditi pochi giorni orsono in tutte le Chiese della nostra Città. ” Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato…gni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me Vangelo: Mt 25, 31-46.” Non è quella data dalle parole del Sindaco né di altri esponenti del centro destra regionali e nazionali,l “immagine”della nostra Città.
…Le chiediamo:Ne esce bene l’immagine di Corigliano come quella di una città che non è capace d’accogliere? D’essere solidale? Ne esce bene un Porto dipinto come incapace di accogliere una nave? E, se la preoccupa tanto l’immagine, cosa dovremmo dire delle condizioni disastrose della città, tra buche e rifiuti? E poi…perché parlare dell’arrivo di una nave da crociera? Per qualche turista rinuncio ad essere umano? E dov’è il disagio? Nel vedere che esiste il dolore? Che esiste la paura? Che esiste la povertà?
Noi vorremmo rivolgerci a chi, dal volontariato alla Chiesa, dalle associazioni ai partiti politici, per far si che la città di Corigliano non diventi il simbolo di una Calabria che non è solidale, di una Calabria che dimentica d’essere da sempre una terra di migranti, una terra che non vede che ancora oggi i propri figli partono per il mondo e che non vorrebbe vederli messi alla porta solo perché fuggono dalla disperazione di un mondo che abbiamo contribuito,noi occidentali,a costruire su immagine e somiglianza del profitto e dei forti.Quale eroismo possiamo riscontrare in dichiarazioni del tipo “l’arrivo dei migranti rappresenta un freno allo sviluppo economico del territorio e del Porto” .Parole che avremmo voluto sentire in altri momenti, sul tribunale, sulla spazzatura al Porto, sulle trivellazioni,sul fango di Sibari,sulle ferriti di zinco…parole che si mescolano col dolore che in queste ore sta attraversando i nostri occhi con dell’ennesima strage nel Mediterraneo. Uomini, donne, bambini morti per fuggire da guerra e povertà. Uomini e donne che sono ciò che noi siamo stati per anni, ed in parte continuiamo ad essere: fuggiaschi in cerca di speranza. Noi eravamo gli italiani mafiosi che non potevano entrare in polizia negli USA. Noi eravamo quelli a cui non si affittava casa a Torino. Noi eravamo quelli che non potevamo fare figli in Svizzera. Noi,giunti a Porta Nuova eravamo “Napoli”…noi eravamo loro.
Angelo Broccolo
Alberto Laise
SEL