Tanto che la scelta iniziale sui dirigenti esterni è stata “ripensata”
Le “cose” della nostra città non vanno benissimo,anzi vanno proprio male.Di questi tempi, d’altronde, è difficile rintracciare una qualche città, o comune, o paese che viva tempi belli. Quelli sono finiti. Già da un bel po’.Per tutti.Figuriamoci per una cittadina del Mezzogiorno d’Italia che si porta dietro, da tempi antichi, grossi fardelli e ritardi sul groppo.Però questo non può servire a “giustificare” il “male”,le incongruenze, che caratterizzano l’andamento delle cose di questa città.
Ma qui da noi, in questa città, le cose, quelle della vita sociale, civile e politica vanno più male di sempre. Anche di ieri. E questo ovviamente qualcosa che dipende da tutti noi. Perché ognuno di noi tende a vivere la propria dimensione sociale dimenticando presto il presente. E così, a distanza di poco tempo, non riusciamo più a mantenere fermo nella mente il ricordo di quello che viviamo oggi. Come dire: siamo smemorati; siamo un popolo senza memoria storica.Oggi tutti si lamentano dell’operato del sindaco Geraci, come se quest’ultimo fosse venuto da Marte e non da questa città, come se Geraci non avesse già una propria storia,un proprio percorso politico. Quasi che Geraci non avesse in passato amministrato questa città (lo ha fatto,per giunta, nei tempi belli, delle cosiddette vacche grasse di «fanfiana» memoria). E allora,di cosa ci la mentiamo?Dobbiamo imparare a ricordare, dobbiamo, noi cittadini, imparare a essere più riflessivi, ad essere meno emotivi.Ma lasciamo queste astrazioni ecumeniche, veniamo ai fatti.Tutti noi ci aspettavamo che Geraci una volta eletto sarebbe divenuto il cittadino modello, il “pater familias” ideale per tutti,colui che prende coscienziosamente per mano il proprio figlio aiutandolo a crescere. E invece no, niente di tutto questo: Geraci, un’altra volta, come quando è stato sindaco, come quando è stato consigliere provinciale, come quando è stato Deputato della Repubblica, sta giocando il solito gioco, quello di gestire il “potere” per il potere, cioè di tirare a campare conservando bella calda calda la “poltrona” (oggi di sindaco,ieri di onorevole o di parlamentare).Con l’aggravante che,oggi,politicamente parlando, non salva neanche più la faccia.Della città non gliene frega proprio un bel niente. E così tutto resta fermo.La sua rivoluzione copernicana (tanto “gridata” durante la campagna elettorale) è diventata nei fatti un’involuzione.Questo a partire dall’assetto burocratico, dalla macchina comunale. Vi ricordate che esordì con la giunta dei tecnici? Quegli stessi “tecnici” li ha persi per strada.E,ad oggi non conosciamo ancora il motivo del “perché” è successo, e cioè se quegli assessori si sono dimessi davvero per motivi personali e familiari o per motivi “altri”.Vi ricordate che, uno dei suoi primi atti, fu quello di spostare o sostituire i cosiddetti capisettore, nominando, in molti casi, dirigenti esterni? Ora,dopo due anni,il sindaco Geraci si è ricreduto in quell’idea ed è ritornato indietro, rimettendo agli stessi posti gli stessi dirigenti.Per carità nessuno si permette di sindacare, ma delle due l’una: ho ha sbagliato allora che li ha cacciati, o sta sbagliando ora che li ha “ripresi”.Nel primo caso,c’è l’aggravante dello spreco di risorse finanziarie, quelle utilizzate per i compensi economici corrisposti a quei dirigenti esterni.E allora, di cosa parliamo.Forse, del male di questa città? Lasciamo perdere, noi siamo un paese di masochisti che ci piace la sofferenza.Per cui è ridicolo che ci lamentiamo per le strade rotte, per l’acqua che manca, per le vie poco o per niente illuminate.Così come è ridicolo che ci lamentiamo delle ingiustizie che si celano e si perpetrano ogni giorno per mezzo degli atti (im)-politici di questa giunta.Che vuoi che sia se le buche rimangono a mo’ di corredo nelle nostre strade, mentre in qualche parcheggio…comunale…adiacente qualche supermercato vengono tappate?Niente.Il pater familias deve tenere unita la propria famiglia,che può fare se non questo.E così il motto sempre buono per tutti i giorni e per tutte le situazioni che si presentano è sempre lo stesso: Cittadini miei, al comune non ci sono soldi. Non possiamo fare di più.D’altronde il sindaco Geraci è uno che viene da lontano, quando le casse si riempivano da sole,e lui poteva spendere e spandere. Erano quelli i tempi della Prima Repubblica. Peccato però che oggi il comune sfiora il dissesto finanziario.Almeno così ci dicono loro. Ma loro, Geraci & company sono sempre innocenti: i denari li hanno sperperati gli altri.Cioè non loro. Ma altri. In tanto loro stanno lì, immobili, seduti con il loro sederone caldo caldo su quella poltrona. Anche se le cose vanno male.Anzi, malissimo.Ma del resto chissenefrega. Sotto i loro ponti, di acqua ne è passata tantissima. Le loro spalle sono larghissime. E la città?Basta saper recitare un po’ di piagnisteo, condito con due paroloni di buone senso, magari scandite con un tono roboante,e i cittadini per un altro po’ di tempo sono belli e calmati…o sistemati.Tanto loro dimenticheranno quello che oggi si mostra loro.E domani?Sarà un giorno.In campagna elettorale,poi,si può contare sempre sulla spalla amica… del Partito Democratico… ci sarà sempre il segretario che spaccherà il fronte…e la partita,un’altra volta,sarà vinta.E la città?Ma chissenefrega.L’importante è la poltrona.