Nonostante i suoi quasi 400 anni di vita, la “processione dei misteri” del venerdì santo organizzata dalla Congrega “Maria SS. Dei Sette Dolori”, per le vie e strade del centro storico cittadino, non risente dell’oblio del tempo, anzi sembra che con il trascorrere degli anni ritrova quella fede e quella partecipazione che solo momenti così toccanti, sentiti e intensi riescono ancora a sprigionare tra la gente.
Ogni anno si ripete uno spettacolo unico, perché la fede, quella vera e sincera, si riappropria di quel centro storico che l’oblio del tempo sembra relegare sempre più nel dimenticatoio, anche se, ad onor del vero, negli ultimi tempi “qualcosa si muove” proprio dal punto di vista della sua rivitalizzazione e recupero. Ed in effetti lo spettacolo di palazzo Bianchi recuperato e restaurato è stato il momento in cui in tanti hanno potuto tornare indietro con la mente per ripensare alla bellezza ed alla maestosità del cuore antico della città, che soprattutto di sera riesce a regalare atmosfere e visioni molto belle e particolari. Dicevamo della processione dei misteri che si ripete in città dal 1727, e che venerdì sera ha registrato la partecipazione dell’Arcivescovo della Diocesi Rossano – Cariati, mons. Giuseppe Satriano. È stata questa la prima volta che un vescovo ha preso parte al rito. Mentre era dal 1986 che mancava la predica religiosa in Piazza del Popolo, circostanza che abbiamo registrato l’altra sera allorquando il vescovo si è affacciato dalla finestra del primo piano del restaurato palazzo Bianchi, nel centro storico e rivolgendosi ai tanti che affollavano piazza del popolo il presule, tra l’altro, ha detto: “In questo tempo abitato a più livelli da contraddizioni, da paure e da tanto dolore, usciamo con fiducia dal nido della nostra superficialità e pigrizia e proviamo a vivere spezzando e offrendo il pane della speranza, ridando vigore alla solidarietà semplice e sentita, senza deleghe o fughe, condividendo quello che si ha e non il superfluo; dando credito alla Provvidenza – ha detto ancora mons. Satriano – che predilige chi si apre all’inedito di Dio e assaporando la certezza di una presenza che non delude e sempre si attesta come compagnia vivificante nel cammino; rivestendo di bellezza la vita di chi è sopraffatto dai mali di quel mondo, mediante sguardi ricchi di dolcezza, abbracci colmi di tenerezza e spazi di stupore. Solo così – ha terminato il vescovo – le nostre stanche e, troppo spesso, rassegnate esistenze, personali e comunitarie, potranno contattare la forza della Pasqua vivendo sussulti di gioia e nuovi fremiti di vita”. Tanta, come dicevamo, la partecipazione popolare proprio a sottolineare come i coriglianesi siano legati in maniera indissolubile ad un momenti di vera ed autentica fede cristiana. “Non posso che ritenermi soddisfatto – afferma Franco Cardamone priore della Confraternita Maria SS dei Sette Dolori – per la partecipazione popolare, per tutto quello che è stato messo in campo per ciò che attiene l’organizzazione, ma soprattutto per la presenza del vescovo mons. Satriano, fatto assolutamente storico. Davvero grazie a tutti”.
Giacinto De Pasquale