Il dibattito che si è sviluppato sul nostro territorio negli ultimi tempi a seguito della proposta di fusione dei Comuni di Corigliano e Rossano che ha visto i due consessi civici esprimersi ma non addivenire, ancora, ad un atto deliberativo comune, impone una riflessione sull’approccio e sulla strategia per il raggiungimento dell’obbiettivo.
L’obbiettivo della fusione è strategico e lungimirante, ma siamo convinti che esso vada realizzato attraverso una maturazione convinta e partecipe delle popolazioni, delle forze economiche e sociali, del mondo associativo e sindacale, della politica e delle istituzioni.
Naturalmente questo processo di maturazione va aiutato e guidato da quanti hanno responsabilità polite e istituzionali e soprattutto vanno evitate “fughe in avanti” che potrebbero nuocere al raggiungimento finale dell’obbiettivo della fusione dei due Comuni.
In concreto noi crediamo che aldilà dei tempi della decisione formale per l’avvio della procedura di fusione, i due comuni possono e devono avviare e concretizzare, unitamente agli altri comuni della piana di sibari, una nuova progettazione per la realizzazione di opere necessarie ed indispensabili per l’intera sibaritide.
Tanto più, dopo l’approvazione della legge 56/2014, meglio conosciuta come riforma Delrio, la presentazione in parlamento da parte del governo Renzi del d.d.l. costituzionale, che riserva a legislazione esclusiva statale l’«ordinamento, organi di governo, legislazione elettorale e funzioni fondamentali dei Comuni, comprese le loro forme associative, delle Città metropolitane e l’ ordinamento degli enti di area vasta», rappresenta la novità assoluta all’interno del pacchetto delle riforme.
Per conseguenza la previsione in Costituzione della riserva a legge statale dell’ordinamento degli enti di area vasta non può essere letta altrimenti che come affermazione, con norma di rango costituzionale, della necessità di enti locali intermedi, costituenti un secondo livello di governo locale.
Questo quadro di riforme rappresenta, nell’ottica dell’importante tentativo di riorganizzazione del cosiddetto “livello intermedio” di governo del territorio, dove il principale obiettivo deve essere quello di un’efficiente sistema di governo locale “di Area Vasta”, quello cioè che si colloca tra Comune e Regione, un’occasione da non perdere.
In questa prospettiva tutti i comuni della sibaritide con territori omogenei e interessi coincidenti, devono mettere in campo un progetto infrastrutturale complessivo, da presentare alla Regione Calabria, che sia di supporto alle attività economiche e sociali, che favorisca una veloce mobilità delle persone e delle merci e che permetta di esaltare le sue eccellenze, con particolare riferimento alla filiera agroalimentare, al turismo, ai beni e siti archeologici e monumenta, naturalistici e ambientali.
Le scelte fatte negli anni in materia infrastrutturale sull’insieme dei vettori: autostradali, ferroviarie, portuale, ed aeroportuale sono state concentrate tutte sulla dorsale tirrenica.
Ciò ha prodotto negli anni un vero e proprio abbandono sull’insieme della mobilità su tutta l’area ionica calabrese, ne tantomeno si intravedono all’orizzonte interventi infrastrutturali capaci di produrre un riequilibrio in tempi ragionevoli.
La ferrovia ionica di fatto è stata cancellata; il completamento dell’ammodernamento dell’intera 106 necessita di risorse considerevoli e di tempi non definibili.
Rimane, quindi, la necessità di garantire anche a questa parte di Calabria e di Italia il diritto costituzionale alla mobilità non solo in uscita ma soprattutto per entrare nei nostri territori.
Sappiamo bene che è improponibile un raddoppio dei binari o l’alta velocità, ma sappiamo altrettanto bene che il collegamento veloce con la città capoluogo, con l’università e con Paola, per facilitare e ridurre i tempi di percorrenza per la mobilità delle persone e delle merci, è vitale per l’economia del nostro territorio.
Ecco perchè l’ipotesi di un aeroporto regionale, previsto nel PRT (Piano Trasporto Regionale) sin dal 1997, che a vissuto alterne vicende ma di cui esiste la disponibilità progettuale, con costi già sostenuti dall’amministrazione regionale e con un consenso molto largo in gran parte della provincia di Cosenza, rimane una delle risposte possibili a breve termine, tese ad integrare su questo territorio infrastrutture che consentano l’arrivo di flussi di traffico nazionale ed internazionale.
L’aeroporto, unitamente all’elettrificazione della linea ferroviaria Melito Porto Salvo-Sibari, Sibari-Cosenza e Sibari-Paola, con utilizzazione anche ai fini di metropolitana di superficie e la messa in sicurezza della ss. 106 bis tratto Cariati-Sibari rappresentano una prima risposta ad una sofferenza antica.
Ed ancora attesa la nuova programmazione Comunitaria 2014 – 2020 candidare, anche in via sperimentale, la Sibaritide ad un progetto integrato tra infrastrutture e sviluppo economico che possa diventare un’area pilota per l’intera Calabria.
Corigliano,li 12.03.2014
Associazione “Cittadini Attivi”
Il Presidente
(Avv. Elio Ferraro)