Caro Angelo, è mistero questa vita, che ci appartiene solo in parte. Della nascita e, poi, degli anni, fino al trapasso, al di là di quanto riferiscono scienze e discipline dell’anima, poco ci è dato sapere. È mistero ogni cosa e, ancor di più, la morte. I Vangeli ammoniscono che “nell’ora che non pensate verrà il figlio dell’uomo” e, in un batter d’ala, sconvolgerà ogni assetto e trafiggerà i cuori. Docile, tu, e disarmato, sapevi che è così e nulla hai fatto a protezione e cautela.
Semplice e schietto, tra lavoro ed affetti, hai lasciato che la vita ti prendesse tutto, mai avendo a misura il calcolo o il miraggio del profitto. Hai vissuto, così, di famiglia e d’impegno, gli anni tuoi, dolci e belli, eppur non mancanti di pene. E, così, d’improvviso sei partito, alla fine d’una fredda giornata d’inverno, anch’essa vissuta, come tutte le altre, a progettare, a fare, a voler bene. Spesso, mi dicevi: “Tu sei mio fratello”. In cuor tuo sapevi che io per te provavo lo stesso sentimento. Abbi, ora, fratello, la mia preghiera, perché null’altro ho da offrirti, Angelo buono e caro.