E’ feroce ed impietoso l’attacco “frontale” che Alfonso Caravetta, del Comitato Coriliani, sferra nei confronti del sindaco, Giuseppe Geraci, a proposito di alcuni interventi su opere pubbliche nonché sulla pressione fiscale cui sono sottoposti da tempo i coriglianesi. “In momenti di parche finanze – afferma Caravetta – i nostri amministratori rispolverano la buona retorica de “il buon padre di famiglia”. Una frottola che ormai non regge più e che non ha più motivo di sussistere.
Prendiamo, ad esempio, il caso di Corigliano, in particolare quello dell’attuale sindaco Giuseppe Geraci e la sua nuova Piazza del Popolo. Oggi a vedere la nuovissima agorà si può ben dire che si è riusciti dove altri hanno fallito. Difatti – secondo Caravetta – la cittadinanza non può far altro che rilevare il gran capolavoro di riqualificazione urbana quasi ultimato. Un’opera che può certamente fregiarsi quale degna apoteosi del ”Codice Urbani”, soprattutto per la cifra antropologica espressa dalle sedute in conglomerato cementizio che rivestono con forme sinuose quel luogo di francescana memoria. Mezzo milione di euro (un miliardo di vecchie lire), questa la cifra spesa in porfido e cemento per posare delle pietre tombali sulla nostra memoria che a breve, come un sfintere, riecheggerà nel sacro epitaffio scolpito dall’abile mano: “Una fontana per l’arsura di cultura che il vostro buon padre, a futura memoria, pose fra le macerie politiche che lo percorsero.“ Tanto accade nella nostra città nel mentre le soprintendenze, stanche, si sono assonnate sotto il pisello dei Bronzi di Riace. D’altro canto la magistratura ha rinunciato da tempo a svolgere azione preventiva e di controllo sui lavori pubblici, lasciando così che la libera mano di indegni amministratori e il loro codazzo di clientele portassero al collasso sociale e culturale intere comunità storpiandone l’identità, l’urbanistica e la storia. In Corigliano ne sono testimonianza viva : Piazza Salotto, Piazza del Popolo, il lungomare di Schiavonea, via Nazionale nello scalo. Manufatti che ben chiariscono come si sperperano milioni di euro, che certo qualificano l’amministratore quale pessimo padre di famiglia. E si è un pessimo padre di famiglia quando, oltremodo, si nega il diritto allo studio ed allo sviluppo della persona umana. Diritti costituzionalmente garantiti e, da Giuseppe Geraci, violati. Come si può, sindaco, sottrarre i rimborsi delle cedole librarie a famiglie disagiate con a carico tre, quattro figli, per compensare debiti di bollette non pagate nel mentre la spazzatura viene da lei aumentata del 40-80% senza peraltro tenere in considerazione sgravi fiscali per le classi più deboli, per quei minori che vivono nelle famiglie incapienti uno stato di disagio e di povertà estrema? Quanti genitori l’anno prossimo rinunceranno a comprare i libri ai figli? A non incoraggiare i propri figli allo studio. Una vergogna sociale degna delle sue barbarie che si caratterizza in un’ imposizione tributaria che va oltre ogni presupposto etico e legale”.
Giacinto De Pasquale