Il diritto alla libera espressione del pensiero, anche tutelato dall’art. 21 della Costituzione, può talvolta entrare in conflitto con altri diritti costituzionalmente garantiti. Spesso, in particolare negli ultimi tempi, il diritto di cronaca e, nel contempo, l’attività talvolta superficiale, veloce, sommaria delle indagini giudiziarie, lede i diritti della personalità, che vengono irrimediabilmente danneggiati. Negli ultimi mesi la stampa si arricchisce di notizie di cronaca riferite ad indagini, operazioni investigative che coinvolgerebbero più persone, da noti professionisti a gente comune.
Le edicole hanno raggiunto nell’ultimo periodo nella cittadina di Corigliano calabro, dove vivo, il massimo picco delle vendite dei quotidiani locali, senza dimenticare il navigatissimo blog di corigliano; eh si, perché la notizia che attrae maggiormente in un paese che vive, concentra la massima attenzione sul male altrui e, dunque, inevitabilmente sulla copiosa attività giudiziaria degli ultimi tempi, sono proprio le operazioni investigative che, facendo di tutta l’erba un fascio, condannano oramai, attraverso la pubblicazione della notizia, chiunque sia nominato dal cartaceo processuale, finanche le persone offese dallo stesso.
In un paese nel quale oramai l’etica, i principi costituzionali di garanzia, sono valori del tutto superati, “ fuori moda”, è immediato o addirittura naturale pensare alla sicura colpevolezza del soggetto nominato, con l’aiuto del “copia incolla” delle ben selezionate notizie di reato accompagnate dai nomi senza far rilevare quant’altro contenuto nel cartaceo a discarico magari dello stesso soggetto indagato che dal fatto stesso ha subito un gravissimo danno oltre alla terribile beffa di essere spiattellato sui giornali e vedere triturata la propria immagine.
Il mio riferimento specifico è all’operazione “Medical Marchet” ed all’articolo pubblicato nei giorni scorsi sia sul blog che sui quotidiani locali, con riferimento particolare al troncone dei cd “falsi certificati” asseritamente contenuti nei fascicoli processuali per l’accertamento della invalidità richiesta dal soggetto invalidato da patologie, come la mia, gravissima.
Ebbene, la sottoscritta nell’immediatezza della sorprendente notizia di indagini, ha chiesto ed ottenuto subito dal P.M. dott. Quaranta di essere sottoposta ad interrogatorio direttamente da quest’ultimo, su qualsiasi chiarimento avessero voluto e per sottolineare sin da subito la propria totale estraneità al fatto contestato, attraverso l’esposizione di passaggi circostanziati della vicenda, il disconoscimento di documenti mostrati, rispondendo con serenità ad ogni domanda del P.M., dimostrando nell’immediatezza non solo l’estraneità al fatto contestato, ma lo stupore e l’angoscia che la notizia di indagini così ingiusta avesse comportato per la mia persona.
Nulla è stato riferito, però, e riportato dai giornalisti di tanto, nulla è stato indicato per una fedele ricostruzione dei fatti, quelli veri, quelli di una persona offesa come me, due volte, la prima per la sfortunata patologia non affatto protetta né tutelata dall’ordinamento giuridico, la seconda, quella, che allo stato fa male di più, di un dolore incancellabile, la lesione della dignità, della verità che colpisce come la ferita più dolorosa del mio cuore, l’ingiusta lesione della mia immagine che suona come una terribile beffa per una persona semplice, già segnata da un infelice sofferenza fisica e che vive ed ha sempre vissuto di sacrifici.
Shiavonea Brillante