Tanto si sta spendendo e dicendo in merito alla fusione dei Comuni di Corigliano e Rossano! E sembra che nulla possa essere eccepito per esprimere una idea diversa rispetto alla fusione. Anzi, chi ha espresso una opinione diversa è stato tacciato, quasi da retrogrado o da chi non vuole il bene della propria città. Ma non è così. Poiché ha semplicemente espresso delle perplessità che partono da alcune considerazioni che possono prestare il fianco a molte critiche ma che certamente rientrano in quella libertà di pensiero che è imprescindibile in un paese democratico.
Certo la spinta da parte del Comitato “delle cento associazioni” è nella direzione della fusione perché ritengono sia vantaggiosa per diverse ragioni , tra cui la possibilità di avere un maggiore peso politico rispetto ad altre realtà calabresi, di riuscire a far sentire in maniera più incisiva la propria voce, poiché anzicchè parlare in 40.000 parleremmo in 80.000.
Gli uffici e i servizi che per incapacità, non si sa di chi, sono spariti potrebbero ritornare come per miracolo. Ci potrebbero essere, con la fusione, maggiori flussi di denaro che pioverebbero per oltre 10 anni sui territori di Rossano e Corigliano. E via discorrendo su altri vantaggi.
I protagonisti, tuttavia, rimarrebbero sempre uguali. Ovvero chi abita questi territori, sia di Rossano che di Corigliano, non muterebbero. Ovviamente.
E allora viene spontaneo fare alcune considerazioni.
Come mai territori così ricchi di risorse naturali come quelli di Corigliano e Rossano sono stati incapaci di far spiccare il volo al turismo, all’agricoltura, alla pesca?
Come mai siamo stati incapaci di rendere i nostri agrumi, le clementine in particolare, l’eccellenza del nostro territorio?
Come mai ci siamo limitati, a tal proposito, a coltivare una sola qualità di clementine mentre ne esistono altre svariate che addirittura maturano in diversi periodi dell’anno e potrebbero essere lavorate non per due, massimo tre mesi, ma addirittura, insieme ad altri prodotti agrumicoli, per ben 11 mesi l’anno?
Come mai i nostri agricoltori non hanno preservato il prodotto agrumicolo ma anzi lo hanno letteralmente massacrato di pesticidi ed altre stranezze chimiche in nome di maggiori profitti alla loro azienda.
Come mai siamo stati incapaci di riunirci in consorzi per ragionare insieme intorno all’unica vera ricchezza che erano e continuano ad essere gli agrumi?
E poi vogliamo parlare di pesca? Nel nostro mercato ittico si vedono prodotti che per la loro pezzatura sono di scarsa qualità e che inevitabilmente mantengono prezzi bassi, nel mentre il nostro mare potrebbe offrire eccellenze se solo i poveri pesci venissero lasciati per un tempo maggiore a crescere!
E vogliamo parlare di turismo? Corigliano vanta oltre al Castello ben 21 Chiese e siamo stati incapaci di organizzare un Turismo culturale! Oltre che, per posizione geografica, avremmo potuto puntare su un turismo unico nel suo genere poiché a pochi chilometri abbiamo sia il mare che la montagna! Lo stesso dicasi per Rossano.
Ma queste sono cose note e arcinote a tutti noi sia di Rossano che di Corigliano.
E’ arcinota la nostra incapacità di fare cooperazione, è arcinota la nostra incapacità di metterci al servizio del territorio e del bene comune piuttosto che delle nostre tasche e dei nostri interessi personalissimi.
E’ arcinoto lo sfruttamento di ogni metro cubo edificabile per costruire edifici orrendi senza opere di urbanizzazione né primaria che secondaria pur di ricavare massimi guadagni.
Laddove è intervenuta la mano dell’uomo il territorio e le sue ricchezze sono state deturpate.
Questo vale sia per l’edilizia che per la pesca e per l’agricoltura.
La politica che è stata espressa sui nostri territori, negli ultimi 25 anni, non è altro che lo specchio delle nostre incapacità.
E ancora continuiamo…..non si vede nessuna svolta!
Anzi!
Basta pensara agli ultimi eventi elettorali sia provinciali che regionali; siamo stati incapaci di scegliere un nostro rappresentante. E la nostra incapacità l’abbiamo attribuita ai Cosentini!!
Oggi su questo scenario ci chiediamo il perché e nel darci delle risposte diamo la colpa alla politica, alle Amministrazioni che si sono succedute.
Ma nessuno di noi è in grado di fare il mea culpa!
La fusione potrebbe risolvere questi annosi problemi? Non crediamo, poiché ancora una volta ci stiamo muovendo in modo superficiale e approssimativo non considerando le istanze che comunque sono venute fuori da una parte coinvolta dal progetto di fusione.
Lo studio di fattibilità non è una idea peregrina!
L’analisi relativa ad uno studio di fattibilità per la fusione dei comuni di Corigliano e Rossano potrebbe avere lo scopo di costruire un quadro conoscitivo multi dimensionale nell’ambito del quale circoscrivere le decisioni circa lo sviluppo dell’ esperienza associativa.
Le dimensioni che dovrebbero essere indagate potrebbero avere lo scopo di considerare gli elementi fondamentali che interessano i processi di riordino istituzionale quale quello della Fusione, ovvero la dimensione politico -istituzionale, quella finanziaria e quella organizzativa e di servizio.
Tale quadro conoscitivo dovrebbe rappresentare “il campo di fattibilità” ovvero l’insieme degli elementi qualitativi e quantitativi utili a supportare le scelte decisionali delle amministrazioni circa l’evoluzione del modello associativo.
Lo studio di fattibilità potrebbe avere come obiettivo quello di restituire l’insieme degli elementi che in tali dimensioni rappresenterebbero i pro e i contro, le opportunità e le complessità legate alla scelta di intraprendere un processo di profonda trasformazione istituzionale quale quello della fusione dei comuni.
Allorquando è stata tirata fuori l’idea dello studio di fattibilità immediatamente sono piovute nei corridoi e nei dibattiti critiche e accuse di ogni genere.
La fusione credo sia una svolta epocale che non può essere liquidata in poche battute.
Deve essere meditata ma soprattutto le perplessità che vengono manifestate devono essere accolte e restituite come spunti ideali sui quali lavorare. Altrimenti i conflitti si acuiscono mentre, invece, devono essere mediati. Solo così si potrebbe realizzare l’agognata fusione.
I Consiglieri Comunali di Corigliano Calabro del Nuovo Centro Destra