È di stasera la notizia della morte di una bambina neonata, rifiutata da tre ospedali, che hanno addotto la motivazione di non avere posti e dopo una corsa di 100 chilometri in autoambulanza col 118, dopo l’ultimo collasso respiratorio la bimba è spirata prima di arrivare all’ospedale che avrebbe dovuto riceverla. Voglio essere di proposito cattivo, cattivo, maligno ma realista, questa bambina non sarebbe morta se avesse portato lo stesso cognome del direttore generale dell’ASP, o dell’assessore di turno oppure se fosse stata la figlia del primario di neonatologia del primo del secondo o del terzo ospedale che l’hanno rifiutata!
È così e non dobbiamo più nasconderci dietro nessun dito! Le abbiamo finite tutte le dita! Quando la sanità arriva al punto in cui l’hanno ridotta in Italia succede anche questo davanti agli occhi di tutti: ci sono bambini che hanno diritto di vivere ed altri che lo hanno solo di morire! E la cosa più vergognosa è che ciò accade sotto gli occhi di tutti e non protestiamo, non ci stupiamo non ci scandalizziamo nemmeno più che ciò accada, spesso inutilmente nascosti dietro l’inutile vigliaccheria egoistica di credere che ciò non possa accadere a noi.
La rabbia è viscerale e profonda a maggior ragione quanto si sentono le notizie dei vari Telegiornali che annunciano l’indignazione di tutti i responsabili di questa morte, responsabili di aver negato il diritto di vivere a quella piccola e fragile vita, a cominciare dal ministro che annuncia indagini, del presidente della Regione che si dice incredulo, dell’assessore regionale che minaccia sospensioni se non addirittura licenziamenti di direttori generali. Questi signori, ognuno per la parte sua, sono responsabili in solido della morte della bambina, non solo perchè rivestono cariche apicali nella sanità pubblica, ma sopratutto perchè sono conniventi di un sistema che utilizza la salute dei cittadini per battere cassa e per speculare sulla vita di noi popolo bue!
La sanità come sistema per spremere soldi, per fare dalle malattie che ci colpiscono una risorsa economica, e lo fanno senza nasconderlo apertamente, sbattendocelo in faccia a noi che cittadini che poi in fondo, ce lo meritiamo poichè anche noi, con la nostra condiscendenza ed apatia rassegnata, siamo complici e sodali con costoro, infatti sappiamo benissimo che ASP vuol dire Azienda Sanitaria Provinciale, sì AZIENDA Cioè un’attività con il fine di produrre un reddito non la salvaguardia della salute dei cittadini ma reddito!
In questa ottica è chiaro che il reddito si sostanzia quando si stringono i cordoni della borsa, e se parliamo di sanità significa che bisogna investire di meno e produrre di più, diminuire i servizi e rendere di più. Ma se la coperta è corta, la domanda è retorica, chi è che resterà fuori ? Il figlio o il padre o la moglie o il fratello del direttore generale? O il figlio o il padre o la moglie o il fratello del signor nessuno? La risposta la sappiamo tutti, ma non facciamo nulla per cambiare, ma cambiare non vuol dire che l’uno debba sostituire l’altro, ma che tutti debbano avere il diritto alla salute ed a vivere e che non si debbano verificare situazioni in cui si dovrà di fatto scegliere, perchè di questo si tratta, chi poi vivrà e chi no, immolando le vite dei più fragili ed indifesi sull’altare del Dio profitto!
Mario Gallina