L’eterna indecisione del Sindaco Geraci, di cui sta dando prova nell’approcciarsi al proprio ruolo, è qualcosa che va consolidandosi sempre di più nel profilo politico del nostro primo cittadino. A sostegno di questa situazione potremmo fare una miriade di esempi pratici:
dalla gestione dei cantieri relativi ai ll.pp. in corso d’opera; alla (maldestra) riorganizzazione della macchina comunale; alla (mancata, mancante) implementazione di una strategia politico-programmatico che ancora, ad oggi, latita. Ma in tutto questo quella che spicca come, negli ultimi tempi e in maniera sempre più evidente è quella relativa alla inconcludenza relativa al “processo” di unificazione del nostro comune con quello della vicina Rossano.
Infatti dopo tante settimane e tanti mesi di riflessioni e di incontri tenuti, consumati, dal nostro primo cittadino e i suoi assessori con i loro “omonimi” della città di Rossano, dopo varie decisione assunte e poi smentite, dopo i tanti impegni presi in sede di confronto istituzionale con gli stessi e poi rinnegati in sede municipale, sospinti, sollecitati, nell’adempimento di questo processo ad andare oltre la parvenza delle dichiarazioni di principio che in questo frangente non sono mai mancati, da un certo fermento culturale-sociale proveniente dai rispettivi territori, fino ad arrivare all’utlimo consiglio comunale, si è deciso di non decidere.
E mentre nella vicina Rossano, che vive una realtà più florida della nostra, almeno dal punto di vista della maturità politica, e cammina verso il proprio futuro con un passo celere, responsabile e deciso, Corigliano ha pensato e deliberato di rinviare, sine die, qualsiasi discussione in merito.
L’ultimo consiglio comunale monotematico poi, nel quale si doveva dare seguito formalmente a quanto convenuto nella riunione tenuta dal sindaco Geraci e dalla compagine consiliare con i “colleghi” della vicina Rossano appena qualche giorno prima nel Salone degli Specchi del Castello Ducale, è stato indecente sia dal punto di vista della forma che della sostanza. Mancavano le idee, le argomentazioni, la conoscenza di merito della questione. Per non parlare dei capigruppo di Maggioranza (invito i cittadini ad andare a sentire i loro interventi) che hanno rasentato nel loro “pronunziarsi” l’indecenza del proprio ruolo politico!
La verità è che dopo il tragico scioglimento del Consiglio comunale, avvenuto per responsabilità politica di chi, oggi, continua ad eleggersi a padre nobile della città nonostante questa stia sprofondando nella miseria e nella pochezza di un orizzonte politico che tarda a intravedersi, quello attuale è, per molti aspetti, scevro, scarno, in-qualificato proprio dal punto di vista della categoria dello spirito, della sensibilità, dell’impegno, dell’autenticità: manca la cultura amministrativa, manca la cultura politica, intesa come quella formazione “dialettica” in grado di discutere, di analizzare, di costruire il futuro scomponendo e ricomponendo vari scenari possibili.
Non vorrei risultare ultròneo in questa argomentazione, che maledettamente si mostra da sè con tutta la crudeltà e il cinismo possibili e propri della negatività che si materializza oggigiorno nei nostri paraggi sociali, per opera dei nostri Amministratoti, ma se vogliamo bene a questa città è inutile continuare a nascondere la testa sotto la sabbia. Se noi cittadini vogliamo veramente non ne possiamo più di vedere e subire questo scenario cittadino vessato e scippato nella sua indole, come sempre più andiamo raccontando nelle discussioni interpersonali e comuni, allora, occorre che noi cittadini le cose iniziamo a dircele, occorre che i nostri amministratori abbiano un sussulto, di buon senso, per andare oltre la propria ipocrisia politica, oltre lo spot giornaliero che viene veicolato dal solito comunicato stampa (che, per altro, pagato onerosamente, con i soldi di noi cittadini), occorre che il falso perbenismo di chi ci governa con una certa sciatteria e una pigrizia intellettuale da far rabbrividire venga “scoperto”, venga criticato, segnalato, stigmatizzato.
Intanto, per restare al tema, a distanza di un mese, da quell’ultimo consiglio comunale in cui si è doveva deliberare a favore della costituzione dell’Area Urbana, nel quale il Sindaco Geraci aveva fatto il solito annuncio, a primo acchito, quasi credibile, lasciando intendere che il giorno dopo avrebbe aperto una discussione di merito sulla questione, tutto è scivolato via nel silenzio più beffardo e inconcludente.