Prosegue presso la corte di assise di Cosenza il processo denominato Pro.Cal. il consorzio che secondo l’accusa avrebbe percepito illecitamente tantissimi contributi pubblici. Tanto denaro che – secondo la Procura di Cosenza – sarebbero dovuti andare nelle tasche di partner italiani e stranieri. Oggi è toccato ad alcuni avvocati che compongono il collegio difensivo intervenire per cercare di ribattere colpo su colpo le tesi dell’accusa che, lo ricordiamo, nella precedente udienza aveva formulato le richieste nei confronti degli imputati.
In quella circostanza il Pm Giuseppe Cozzolino l’obiettivo del “gruppo” sarebbe stato quello di percepire indebitamente sovvenzioni pubbliche già concesse al “Consorzio Procal imprese”, nonché ad altre aziende di fatto riconducibili agli stessi indagati, per un importo complessivo di 25 milioni di euro. Secondo i difensori degli imputati, invece, quanto sostenuto dalla pubblica accusa non avrebbe avuto assolutamente motivo di esistere. E’ questa la tesi sostenuta oggi dell’avvocato Benedetto Carratelli che difende l’imprenditore coriglianese Franco Vecchio. Il legale ha ribadito l’assoluta inesistenza del reato ipotizzato dal sostituto procuratore e l’estraneità del proprio assistito rispetto alle accuse contestate. Per la difesa non c’è stata alcuna truffa. Tesi che è stata sostenuta anche dagli avvocati Francesco Cappuccio e Lucio Esbardo. Ricordiamo che il pubblico ministero Cozzolino nella scorsa udienza aveva chiesto la condanna per Antonio Mazzei di Rende (2 anni e di reclusione e 800 euro di multa); Luigi De Filippis di Cosenza (8 mesi di carcere e 500 euro di reclusione); Franco Vecchio, di Corigliano (reato più grave la truffa alla Edilsud: 3 anni e 800 euro di multa); Massimo Tunnera, di Acri (2 anni e 800 euro di multa); Giuseppe Costero, di Borgomanero (No), 1 anno di carcere e 500 euro di multa; Luigino Balaudo, di Buguggiate (Va), un anno e due mesi di carcere e 500 euro di multa. Per Maurizio Ardito, di Sarrezzano (Al) è stata chiesta l’assoluzione per non aver commesso il fatto. Il pm ha chiesto anche la condanna per l’illecito amministrativo di tutte le società, coinvolte nell’inchiesta a eccezione della “Tec Service srl” di Alessandria. Per la “Formatec srl” di Castrolibero la pena finale richiesta è di 800mila euro; per “Imcos spa” di Roma e “Imac spa” di Rossano è stato chiesto il pagamento di 400mila euro; per “Edilsud srl” di Avellino e “Franco Vecchio holding spa” di Roma il pm ha chiesto la condanna al pagamento di 300mila euro. Inoltre per tutti gli enti è stata chiesta la sanzione interdittiva. Nello specifico per Formatec e Edilsud il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, l’esclusione di agevolazione e finanziamenti, contributi o sussidi per la durata di 1 anno e sei mesi, con revoca di quelli già concessi. Per “Imcos spa”, “Imac spa” e “Franco Vecchio holding spa” la sanzione richiesta è stato il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione. Assoluzione per non aver commesso il fatto per la “Tec Service srl”.
Il pubblico ministero ha ripercorso tutta la vicenda processuale attraverso una dettagliata disamina del corposo materiale documentale che è stato prodotto nel corso delle udienze e anche sulla base di quanto dichiarato dai testimoni. In particolare, il pm ha sottolineato come in più occasioni alcuni lavori venivano svolti dalla Imac con personale e macchinari propri, mentre la Formatec non aveva fatto nulla, quindi avrebbe percepito dei finanziamenti illecitamente. Per l’accusa la Imac, società che avrebbe fatto uno studio di fattibilità in favore della Edilsud, avrebbe utilizzato per quell’attività dei dipendenti propri. La pubblica accusa, invece, contesta una fattura da 300mila euro rilasciata dalla Imac all’Edilsud per una consulenza finalizzata alla realizzazione di pannelli alveolari. Che, secondo il sostituto procuratore Cozzolino, non sarebbero mai stati realizzati. Secondo la Procura di Cosenza, per garantire lo schermo societario alle persone coinvolte sarebbero state create – su scala internazionale – undici società cartiere, operanti in Italia, a Panama, in Spagna, Germania, Romania, Emirati Arabi. Il processo è stato ora aggiornato al prossimo 2 marzo, per quella data sono previste altre repliche di accusa e difesa, dopodiché il collegio potrebbe emettere la sentenza.
Giacinto De Pasquale