Quando sei nato a Corigliano, hai frequentato il paese nei suoi aspetti più interiori, ne hai conosciuto gli aspetti più belli dell’ infanzia e dell’ adolescenza e poi ne hai conosciuto anche gli aspetti più vigliacchi e infingardi, durante il resto della vita, pensi che standone il più lontano possibile, tutto passa e tutto si dimentica. Non è così, il mio rapporto con il paese natale è il rapporto simile a colui che ha la sfortuna di avere una pecora nera in famiglia, incapace di fare le cose giuste, che suscita rabbia dalle unghie dei piedi in su e nonostante la rabbia lo ami perché capisci che se lo abbandoni pure tu, chissà dove e come andrà a finire.
Nel mio commento precedente lamentavo il silenzio sceso sugli ultimi tragici avvenimenti che ci hanno fatto affacciare agli onori della cronaca nazionale. Un fatto che marchia per decenni una comunità, avrebbe dovuto spingere la gente normale a inorridirsi, a prenderne le distanze, a differenziarsi. Avrebbe dovuto spingere le autorità che amministrano la comunità a difendere l’ onore e la dignità della comunità mettendo in chiaro che i fatti successi non appartengono al vivere civile del paese. Le autorità religiose avrebbero dovuto arringare la folla avvertendola che questi comportamenti non sono comportamenti degni di uomini civile e religiosi, che idolatrare il danaro non è comportamento morale e religioso.
Niente di tutto questo è successo, tutti zitti con la testa sotto la sabbia, come gli struzzi. Ad oggi le letture del mio commento precedente, sono state pari a 818 persone, mettiamo pure che il 20% siano persone che sono entrate più volte, ne restano sempre circa 650 che lo hanno letto, gli unici due commenti sono il primo di un signore che ci rimanda all’ opera teatrale di Eduardo de Filippo, “ Il sindaco di rione Sanità” oltre ad esprimere giudizi sul modo di recuperare il denaro occorrente per vivere, mentre il secondo in perfetta armonia con il male oscuro del paese che o sta zitto o propone risoluzioni sbrigative e sommarie, propone la pena di morte. Pensate che sforzo mentale ha dovuto sostenere… tanto da non avere neanche più la forza di trovarsi un nick nuovo e per non affaticarsi troppo ha usato il mio, cosi si è riposato e non ha vanificato un nickname e la cosa veramente sconvolgente è che piace a ben 4 persone, almeno spero visto che 4 è il numero che appare, ma potrebbe essere benissimo la compensazione tra diverse opinioni.
Sulle cose che dico io, giustamente ognuno mi può mandare a quel paese, chiedendomi chi ti credi di essere? Giustamente non avrei nulla da eccepire, magari protesterei garbatamente ma tutto è nella norma. Ma su tutto il resto? Sugli organi di stampa? A parte Fabio Buonofiglio nessun altro giornalista ha detto nulla eppure su questo blog di gente che sproloquia di immigrati, dipendenti comunali fannulloni, di studenti che non hanno voglia di studiare ce ne sono…Sempre su questo Blog, di professionisti, medici, architetti, ingegneri, che lamentano comportamenti incivili e discriminatori se ne leggono in abbondanza, eppure adesso tutti zitti. Quando è avvenuta l’ altra tragedia, quella della povera Fabiana, il blog è letteralmente esploso, i commenti che si leggevano erano numerosi e articolati e andavano dalla persona più semplice a tutte le autorità, su quest’ ultima, il silenzio più assoluto regna sovrano. Perché? Forse perché nella prima tragedia il movente era di natura psichiatrico – sentimentale? Quello di oggi invece è di natura economica e non si riesce a trovare le parole giuste per prenderne la opportuna distanza ? Diventa difficile condannare pubblicamente il facile arricchimento anche se questo comporta la distruzione della propria genia?
Un paese il cui sentimento guida è la codardia non va molto in là. Secondo il vocabolario Treccani;
“ dicasi codardo persona che per viltà e pusillanimità viene meno ai propri doveri o comunque evita di affrontare questioni spinose.” Che ne dite?