Il 25 gennaio 2014 veniva a mancare prematuramente Gigliano Fiorentino, maestro di tae kwon do e impiegato presso il Comune di Corigliano. Domani lunedì 26 gennaio alle ore 18.00 presso la Chiesa Maria SS. Immacolata di Corigliano Scalo sarà celebrata una Santa Messa di suffragio. I colleghi di lavoro di Gigliano Fiorentino ad un anno di distanza dalla sua prematura dipartita lo vogliono ricordare con questa lettera:
Caro Gigliano,
ti scriviamo come se fossi ancora tra noi, non riusciamo ancora a convincerci che ci hai lasciato. Quanto ci manchi! Sapessi quante volte, mentre la mattina raggiungiamo il Garopoli per prendere lavoro nel passare da quella finestra che dava nel tuo ufficio, siamo tentati di venirti a salutare, ma quel momento di amicizia vera sentita, deve fare poi i conti con la triste e cruda realtà, e così mestamente guadagniamo le nostre scrivanie.
La tua scomparsa, esattamente un anno fa, è stata una di quelle notizie che ti lasciano secco, senza parole, senza commenti, solo un gran dolore dentro.
Parlare degnamente di un amico scomparso non è facile, perchè le parole non sono all’altezza, nè riescono ad esprimere pienamente il sentimento e la commozione interiore.
La perdita di una persona cara lascia in genere un grande vuoto. La sensazione che si prova è come un “vuoto”, poiché si tratta di una sensazione nuova, unica, in cui ci si sente assolutamente impotenti e vulnerabili. All’apparenza sembra che improvvisamente qualcosa manchi, che si sia liberato un posto che nessun altro possa occupare. Abbiamo allora i rimpianti per non aver fatto tutto nel giusto modo, di avere sbagliato qualcosa, il senso di non essere stati al posto giusto nel momento giusto. Nella fattispecie, la morte di un amico, è la fine di una parte della nostra vita, che non tornerà più. Però è anche l’inizio di un bel ricordo che rimarrà per sempre in un angolino del nostro cuore, magari ce ne scorderemo col tempo, ma lui rimarrà lì e salterà fuori quando meno te lo aspetti e ti farà sorridere. Perchè un bel ricordo non sia la fine, ma sempre l’inizio di qualcosa. Quando si perde un amico c’è tanta tristezza ma anche ricordi di gioia.
Eri davvero un signore, un uomo pieno di dignità e umiltà, non ti abbiamo mai sentito parlare male di qualcuno, mai sono uscite dalla tua bocca parole di astio nei confronti di chicchessia, anche di chi ti aveva fatto del male.
Ma tutti noi sappiamo che per sollevarci dalle nostre miserie dobbiamo imparare da chi più di noi ha sofferto e più di noi ha donato, dobbiamo cercare di conservare nei nostri cuori il ricordo della testimonianza cristiana e umana, di dedizione al dovere e di impegno civile, che ci ha dato il nostro fratello Gigliano Fiorentino.
Grazie della compagnia che ci hai fatto nei più svariati momenti della nostra vita, e poi ancora grazie per averci dato lezioni di dignità e orgoglio.
Hai sempre posseduto, più di ogni altro, la capacità di instaurare rapporti con i giovani, interpretandone le esigenze ed incoraggiandoli a non rinunciare mai ai sogni e ad essere sempre se stessi. Forse ciò era possibile perché conservavi ancora la genuinità della tua prima giovinezza fresca e virile che ha influenzato il resto della tua vita: non sei mai invecchiato, hai sempre rifiutato vincoli e condizionamenti, hai sempre sognato un mondo diverso.
La tua ansia di conoscenza ti ha portato in giro per l’Italia e non solo, grazie soprattutto al tuo grande amore per il tae kwon do, offrendoti la possibilità di allacciare sempre nuovi rapporti, come la tua indole desiderava.
Hai dedicato la tua vita al tae kwon do e alla tua famiglia. Non solo a tua moglie e ai tuoi figli. Ma anche ai tuoi genitori.
Te nei sei andato in maniera traumatica ed improvvisa un caldo mattino di gennaio, ironia della sorte. Eri sul posto di lavoro noi abbiamo cercato di darti quel soccorso che speravamo potesse essere opportuno per darti la possibilità di stare ancora con noi, con la tua famiglia e con il tuo magnifico mondo. Ma tutto è stato vano, tutto si è rivelato inutile perché era giunta, purtroppo, la tua ora.
Ora caro Gigliano, goditi l’infinita bellezza dell’eterno, prega per noi poveri pellegrini, rimasti a vivere smarriti, tribolati e piangenti su questa povera terra, ed in questo momento siamo vicini alla tua cara famiglia che piange insieme a noi.
Riposa Gigliano, assieme a tutti i tuoi cari scomparsi, per noi non siete morti ma indelebilmente presenti nella nostra memoria e nei nostri cuori.
Ma purtroppo dovremmo sempre ricordarci che gli uomini possono perdonare ma la vita no, non guarda in faccia nessuno, ci gira le spalle e se ne va.
Ciao Gigliano ricordati di noi.
Con affetto i tuoi colleghi di lavoro.
Corigliano Calabro 25 gennaio 2015