Il Procuratore generale ha richiesto la conferma della sentenza per il nugolo d’imputati condannato per ‘ndrangheta un anno e mezzo fa
E’ cominciata con estrema puntualità alle 10 di ieri mattina l’udienza del maxiprocesso “Santa Tecla” approdato a Roma, per il vaglio definitivo, dinanzi ai giudici della quinta sezione penale della Corte Suprema di Cassazione. Alla sbarra quasi in cinquanta tra presunti boss, picciotti e prestanome della ‘ndrangheta di Corigliano Calabro già condannati dalla Corte d’Appello di Catanzaro, il 17 luglio del 2013,
quando ressero appieno le tesi accusatorie della Direzione distrettuale antimafia fatte proprie dalla Procura generale, sull’associazione mafiosa della ‘ndrina coriglianese da anni sottoposta al “locale” di ‘ndrangheta attivo ed operante nella confinante Cassano Jonio.
Il Procuratore generale della Cassazione, nella propria breve relazione, ha richiesto il rigetto dei ricorsi presentati dal nutrito collegio difensivo degl’imputati e la contestuale conferma della sentenza pronunciata a Catanzaro.
E dopo la relazione da parte del massimo requirente è toccato agli stessi avvocati illustrare dinanzi agli “ermellini” del Palazzaccio di Piazza Cavour i motivi giuridici su cui hanno fondato i loro ricorsi.
Discussioni articolatissime in diritto e in alcuni casi con ampi riferimenti ai fatti di reato oggetto del maxiprocesso.
Su tutte le arringhe tenute nella giornata di ieri ha spiccato quella del professor Franco Coppi, legale di fiducia unitamente all’avvocato Ernesto D’Ippolito del noto imprenditore Mario Straface.
Una discussione tecnicamente ricchissima quella del cattedratico romano, che, cominciata intorno a mezzogiorno, ha tenuto banco per quasi un’ora in un clima d’ossequioso e religioso silenzio da parte degli altri componenti il collegio di difesa che vede, tra gli altri, la presenza degli avvocati Giuseppe Gianzi, Salvatore Sisca, Marcello Manna, Ettore Zagarese, Giuseppe Bruno, Antonio Sanvito ed Andrea Salcina.
Tra gl’imputati, unico ad essere presente nell’aula d’udienza Cosimo Meligeni recentemente scarcerato e a piede libero.
Tra la mattinata e il tardo pomeriggio di ieri, dunque, le discussioni da parte dei legali del nugolo d’imputati.
L’udienza è stata poi sospesa e rinviata a questa mattina per il prosieguo delle discussioni che termineranno, molto verosimilmente, nel pomeriggio di oggi stesso.
Al termine dell’udienza ai più alti giudici dell’ordinamento giudiziario italiano toccherà d’entrare in camera di consiglio e da qui uscirà il dispositivo di sentenza che legittimerà o meno, giuridicamente, la sentenza d’appello pronunciata un anno e mezzo fa.