Un rifugiato politico o un profugo di guerra sono persone in fuga da realtà ostili che potrebbero condurli alla perdita della libertà o dei diritti umani, se non addirittura la vita. Anche i migranti sono però persone in cerca di una opportunità di vita migliore, se non addirittura in casi limite di sopravvivere a condizioni estreme che negano loro addirittura il diritto di vivere, pensiamo a luoghi dove mancano cibo o acqua.
Le dinamiche degli spostamenti di queste genti, sia in modo collettivo che singolarmente, creano comunque delle reazione nelle popolazioni originarie dei territori con i quali vengono a contatto, siano essi di passaggio che di meta finale.
In questi anni noi italiani stiamo vivendo in prima persona queste dinamiche umane, ed il dibattito politico si infiamma tra coloro che si dichiarano pro e chi contro “lo straniero”, al punto tale che alcuni partiti hanno fatto la loro fortuna proprio nel battere forte sul tamburo dell’anti immigrazione e sulle corde della difesa del territorio nazionale dall’invasore.
Ora questo mio dire non vuole assolutamente entrare nel merito del dibattito immigrati si, immigrati no, non è questo ora il mio fine, anche perchè sostanzialmente credo che ormai ognuno di noi in merito si sia fatta una propria idea e non credo che sia disposto a rivederla, ma approfittando dello sbarco dei Siriani nel porto di Corigliano vorrei capire delle cose, perché credo che nell’emergenza si sia creata un pò di confusione e per esperienza so che quando c’è “emergenza” e “confusione” si configurano le condizioni ottimali per le peggiori speculazioni, magari proprio a spese dei bisognosi!
Allora andiamo con ordine, qualche tempo fa, con esattezza dal 22 Novembre, scorso il giornalista Buonofiglio, per primo, pubblicava un articolo annunciando tra l’altro incontri in prefettura con all’ordine del giorno sbarchi nel porto di Corigliano di migranti-profughi- immigrati-clandestini che dir si voglia, a seconda di come li si voglia classificare.
Da allora cominciò a circolare la voce che il porto di Corigliano fosse stato scelto come scalo di un nuovo tipo di sbarco di migranti, nuovo nel senso di sbarchi di numeri molto più consistenti di quelli ai quali eravamo abituati sulle tratte dalle coste africane a Lampedusa, di qualche decina, mentre qui si iniziava a ragionare dell’ordine di centinaia.
Improvvisamente si dà la notizia del cargo Ezadeen che senza pilota, abbandonato dall’equipaggio nelle acque greche viene prelevato da marinai italiani e fatto dirigere verso Corigliano.
Prima ancora che la nave attraccasse sapevamo già tutto dei profughi, provenienza, consistenza numerica, e persino quanto hanno pagato per la traversata.
Le persone per me sono tali e devono essere sempre considerate come tali con dignità, rispetto e sopratutto con la salvaguardia dei diritti umani che come uomini meritano, ma qualche interrogativo nasce e credo che sia onestà intellettuale porseli senza timore di fare lesa maestà nei confronti del comune sentire.
1) ma questi profughi hanno di fatto comprato dalla mafia o ndrangheta o yakuza che dir si voglia un biglietto per l’asilo politico in italia?
2) come si facevano a conoscere con dovizia di particolari costi del viaggio, provenienza e numeri dei profughi ancor prima che partissero dalla Grecia?
3) che nesso esiste tra la riunione di Novembre in Prefettura e lo sbarco attuale?
4) Questi interrogativi ne pongono uno ancora più inquietante: Tutto ciò non fa sorgere il sospetto che esista un nesso, un filo diretto tra chi organizza le partenze e chi prepara l’accoglienza?
5) Oppure che addirittura la sbarco possa essere stato “pilotato” e che magari faccia parte di accordi internazionali, per accordi da non rendere pubblici per vari motivi politici, se non addirittura trattata con accordi a livello europeo e mascherati da sbarchi clandestini! (d’altra parte la fascia sociale dei profughi lo confermerebbe).
La mia esperienza mi dice che l’essere riconosciuto rifugiato politico ed avere diritto all’asilo politico è una prassi molto difficile, complessa e personale, in quanto non solo impegna risorse del paese ospite ma ne impegna anche la politica estera, in questo caso qualcosa non quadra, solo una cosa attrae la mia attenzione: ci sono stati tenuti nascosti alcuni passaggi, trattandoci, come sempre per un popolo di incapaci di intendere e volere al quale può essere dato da bere qualsiasi cosa, tanto…
Tutto ciò disegnerebbe uno scenario fosco, da una parte perchè vorrebbe dire che i profughi sono stati selezionati e fanno parte di un solo ceto sociale, dall’altra che le scelte continuano ad essere fatte a dispetto di quegli italiani che credono nella solidarietà tra popoli e per questo danno l’anima ed il cuore mettendoci del loro per aiutare i loro simili in difficoltà e di questa caratteristica ne fanno una scelta di vita oltre che politica.