Una tendopoli all’ingresso di Schiavonea. Oltre gli occhi meno attenti di locali e forestieri. Tra la via Provinciale e contrada “Boscarello”, all’ombra del “casino” De Rosis, di ciò che ne resta. Plastica, cartone, lamiera: qui vivono i veri fantasmi dell’immigrazione coriglianese: si tratta di giovani uomini provenienti dal Nord Africa, per lo più lavoranti agricoli. La loro vita è sempre la stessa, di stagione in stagione:
prima sono stati impegnati nel Foggiano, ora qui per gli agrumi della Sibaritide, poi in Sicilia. E via, a riprendere sempre la stessa, maledetta ruota. Non sono dei clandestini, molti di loro hanno tutte le “carte” in regola. Ma vengono pagati male, spesso – dicono – in nero e una casa vera non se la possono permettere. Né li aiuta qualcuno, Enti e Associazioni compresi. Allora eccoli qua, autentici fantasmi senza volto e nome, in queste capanne ostaggio del freddo e della sporcizia, a inventarsi l’esistenza. Aspettando che la stagione delle clementine finisca e un treno se li porti via. Non sperano che cambi nulla, per loro, qui e altrove. Mettono insieme un po’ di soldi e via verso uno straccio di futuro. Qui non arrivano i Tg nazionali, manco l’Europa elargisce contributi corposi per dargli una mano. Allora nessuno ci fa caso, nessuno se ne frega o muove un dito…