Relativamente alla crisi delle clementine della Calabria, ed in particolare della Piana di Sibari, apprezzo la promessa del neo consigliere regionale Graziano di impegnarsi con tutte le sue forze per risolvere la questione, ma non posso fare a meno di fare alcune considerazioni al fine di evitare l’ingenerarsi di solo vane aspettative.
Io sono un forte sostenitore del “primato della politica” ma non sono affatto convinto che tutto si possa risolvere attraverso la stessa, senza la spinta di una forte convinzione popolare. Il problema della crisi nel settore agrumicolo è piuttosto complesso e le cause sono diverse e, fra le tante, la più importante è la incapacità di fare rete tra tutti gli addetti ai lavori, la mancanza assoluta di associazionismo.
Ormai le regole sono dettate dalla grande distribuzione che, pur avendo i singoli gruppi fatturati considerevoli, hanno realizzato le cosiddette “centrali di acquisto” per accrescere il loro potere contrattuale, mentre dalle nostre parti ancora ognuno per sè e Dio per tutti.
Francamente penso che le responsabilità principali della crisi siano da ricercare tra gli imprenditori del settore, senza escludere i produttori, convinti ancora che si possa fare assistenzialismo e, finché ognuno pensa per sé, non ci sarà alcun rimedio.
Alla politica si può chiedere solo di attivare meccanismi per favorire le aggregazioni e, soprattutto, la riconversione; il resto credo sia affidato alla capacità di emancipazione degli addetti ai lavori.
Oggi il nostro potere contrattuale è pari a zero e siamo quotidianamente costretti a subire umiliazioni che neppure i vassalli di epoche ormai lontane hanno mai conosciuto e non credo affatto che ciò sia colpa della politica. Troppo comodo scaricare proprie responsabilità sugli altri!
Il Presidente Provinciale UDC
Cataldo Russo