Negli ultimi giorni molti commercianti coriglianesi hanno ricevuto una sgradita sorpresa natalizia: la Soget ha recapitato numerosi avvisi di sanzione per la pubblicità legata ad insegne e vetrine di numerose attività commerciali. Al di là della correttezza, tutta da verificare, delle imposte e della consistenza di queste, quello che colpisce è come il tutto avvenga in un momento estremamente difficile per chi ha un’attività commerciale: alle tasse, comunali e non, ai costi vivi, Enel ecc, si va ad aggiungere una batosta che rischia di far affondare chi ancora cerca di rimanere a galla.
Conosciamo tutti la gravità della crisi economica e la lontananza della ripresa di cui parla uno stralunato Presidente del Consiglio. Sappiamo perfettamente che ogni spesa, giustamente, è vagliata con attenzione e si elimina non solo il superfluo, ma anche, purtroppo, il necessario (negli ultimi anni è sensibilmente calato il consumo di generi come latte, pane e pasta). Si aggiunga che, per le scelte storiche delle Amministrazioni precedenti e per le scelte improvvide dell’attuale, le tariffe delle tasse comunali coriglianesi sono le più alte d’Italia.
E, visto che la somma fa il totale, chi ha un’attività commerciale rischia di non trovarsi più con i conti in pareggio. Ed allora sarebbe urgente iniziare a parlare di come gestire la situazione dei tributi nella nostra città. E non parliamo solo del destino della SOGET e dei suoi dipendenti, elemento che comunque andrebbe affrontato con chiarezza e, soprattutto, cercando di non creare nuovi disoccupati, ma parliamo, appunto, dell’insostenibilità della pressione fiscale. Sarebbe utile ragionare sul perché, nella nostra città, la metratura della cartellonistica priva d’imposta è minore rispetto alla legge nazionale? Sarebbe utile capire come si spendono i denari dei commercianti visto che la nostra città e priva di qualsiasi servizio per gli stessi? Sarebbe utile capire, ad esempio, perché si ricostruisce Via Nazionale, per fare un esempio, per la terza volta in 15 anni, ma i lavori, quasi come se non fosse più Corigliano, si fermano al piazzale della Chiesa di Via Nazionale lasciando, da li in poi, tutto invariato (marciapiedi divelti dalle radici degli alberi ad esempio)? Sarebbe utile capire quali servizi si danno ai commercianti di Schiavonea, di Cantinella, del Centro Storico?
Ed ancora: estremamente confusa è sia la normativa sui costi sia quelle sulla tipologia e sulle dimensioni delle insegne, cartelloni ecc. che non permettono d’avere un’idea chiara dei costi eventuali d’affrontare.
Visto che la risposta è semplice, nulla, sarebbe allora utile iniziare a pensare che alcune decisioni prese, e questo lo ripetiamo ininterrottamente da un anno, sono state profondamente sbagliate – il rientro dei debiti in tre anni – e che non possono essere sempre gli stessi a pagare. Ed è proprio questo un altro aspetto che non ci convince: cosa fa il comune per comprendere lo stato dell’evasione nella nostra città? Il piccolo negoziante viene tartassato… Ma, per esempio, gli oneri d’urbanizzazione sono stati tutti recuperati? I grossi centri commerciali, costruiti in zona industriale, – ma cosa c’entrerà mai l’industria con il commercio? – cosa portano in termini di ricchezza alla città? Non sarebbe il caso di prevedere un piano di sgravio per i piccoli commercianti che cercano di resistere in un mondo, quello del commercio, che li penalizza se non addirittura cerca di asfaltarli? Anzi, quasi ad essere ciliegina sulla torta, vorremmo far notare che nella vicina Rossano non viene fatta pagare la Tosap (parliamo del poter mettere vasi, fioriere ecc, per abbellire le strade, spesso tristi e desolate).
Quale risultato si ottiene da tali vessazioni? Che gli esercenti faranno a gara nell’eliminare insegne illuminate, decorazioni ecc, rendendo ancora più triste e desolato il paesaggio urbano della nostra Corigliano.
Turismo e commercio, che in teoria dovevano essere due dei tre volani dell’economia coriglianese, sono oramai allo sbando più completo. Veniamo da anni in cui non esiste una programmazione ne uno straccio di intervento fattivo. Anche le cosidette “Zone Franche”, in termini concreti, cosa hanno prodotto? Nulla…
Naturalmente sappiamo bene che l’Amministrazione non farà nulla sia perché non è in grado di fare nulla, sia perché ha scelto da tempo, pur di non contraddire se stessa, di non fare nulla. Nel frattempo, quella che era la città più ricca della Calabria, continua a morire senza che si riesca nemmeno a parlare di come provare a rianimarla.
SEL Corigliano Calabro