Preliminarmente dico di non essere razzista, almeno nel senso tradizionale del termine, perché quando seleziono le persone non lo faccio di certo in base al colore della pelle, semmai dello spessore delle palle. Perciò, dopo questa premessa, cercherò di fare una riflessione su quello che sta accadendo in questa fine del 2014, rivolgendo un appello accorato a chi comanda da queste parti, nessuno escluso, buoni e cattivi.
Basta. Non vogliamo gli immigrati clandestini destinati, nei prossimi giorni, al porto di Corigliano (dove probabilmente saranno accolti nelle tendopoli). Non li vogliamo perché non sappiamo dove metterli; perché non abbiamo i mezzi per soccorrerli e ospitarli e soprattutto perché non sappiamo che farne.
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