Ci manca un sogno grande e capace di galvanizzare le persone ed entusiasmarle all’idea di salvare la vita sul pianeta e garantire il futuro della specie umana. Scrive cosi sul Garantista, Leonardo Boff, mente lucida ed eccelsa della teologia della liberazione. Parole di grande evocazione, che puntano al cuore del problema ponendo domande dalle quali non si puo’ prescindere.
Come ricostruire un nuovo grande processo di liberazione collettivo, partendo da dove? insieme e/o contro chi?
L’atto di denuncia del grande intellettuale brasiliano è preciso :nel tempo delle devastazioni ambientali, della precarietà diffuse, della miseria che si allarga a macchia d’olio sul pianeta, pochissimi diventano ancor piu’ ricchi e potenti. Piu’che in ogni altro tempo storico. Solo 737 soggetti controllano i principali flussi finanziari mondiali in stretta collaborazione con banche e multinazionali. A questi dati ,volendo comparare con quanto ci riguarda da piu’ vicino, potremmo aggiungere che in Italia le dieci persone piu’ ricche detengono piu’ beni e danaro degli ultimi tre milioni di italiani poveri, oppure che la metà delle ricchezze nazionali è in mano a meno del 10% della popolazione, che il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli sconosciuti dal secondo dopoguerra, che la pressione fiscale ricade per oltre l’80% sui redditi da lavoro dipendente e/o sulle pensioni a fronte di un’evasione generale che supera i 100 miliardi di euro annui ai quali bisogna aggiungere circa la metà in termini di corruzione e ruberie varie. Che un cittadino meridionale in genere sopravvive con circa un terzo di quanto guadagna in media un cittadino settentrionale. E cosi continuando!
In altri termini la disuguaglianza appare come l’immagine e la somiglianza del mondo in cui viviamo.
In altri tempi avremmo detto che le “condizioni oggettive” sono li a disposizione di chiunque intenda aggiornarsi, manca il “soggetto “collettivo della trasformazione. Manca come il pane l’elemento collettivo e consapevole capace di rigenerare le speranze ed indicare la strada da seguire L’analisi profonda e del tutto condivisibile per come proposta dal documento base della conferenza politico-programmatica di Milano(Human Factor)appare difficilmente emendabile.Condivido tutto l’impianto intellettuale e lo sforzo di rideclinare i termini teorici sui quali far leva per riaprire una partita vincente qui in Italia e non solo.
Come ci si attrezza per contrastare in maniera efficace e continuativa questo “questo mondo grande e terribile”?
Quale soggetto reale puo’ essere concepito per rimescolare le carte?
Un soggetto collettivo non puo’ avere le caratteristiche piramidali ,che inibirebbero in principio la partecipazione dal basso,né sospendersi in una idea di partito organizzato secondo modelli sociali –istituzionali che nella fase di ristrutturazione epocale indotta dalla globalizzazione non hanno corrispondenza concreta nell’agire quotidiano.
In questo senso trovo innovativa la proposta avanzata nel documento base (Human Factor)di istituire un “albo digitale della sinistra”. Andare oltre SEL è una necessità imperativa, in continuità con le ragioni stesse della nostra genesi a Firenze.
Suggerendo alcuni punti, a mio giudizio importanti :
a.La lotta che ci accingiamo ad iniziare è di “lunga durata”e non puo’ esaurirsi in una tornata elettorale, tanto meno nei surrogati estemporanei che consentono di superare questa o quella soglia di sbarramento esaurendosi il giorno dopo le elezioni.
b. Senza radici nel mondo del lavoro e non -lavoro (precari,disoccupati,inoccupatilotte sindacali)ed ovvio in quella contiguità di tutele che riguardano “il salario differito” –Salute,previdenza,istruzione,reddito minimo(o di cittadinanza)non vi è sinistra ;Ma su questo appare indispensabile aggiornare i postulati stessi sui quali basa la propria ragion d’essere la sinistra.
Il lavoro in occidente perde peso nella società della tecnologia applicata alla produzione e della delocalizzazione verso contesti territoriali dove il “costo”della forza lavoro risulta di poco oltre la soglia di schiavitu’ dichiarata.(Basti pensare al lavoro infantile,ad alcuni distretti in Cina ecc).
La riduzione dell’orario di lavoro diventa un tema imprescindibile per una discussione che focalizzi in maniera concreta le storture del nostro tempo , unito ad un processo rivendicativo di redistribuzione delle opportunità che parta dal salario minimo garantito,(non entro volontariamente nel dibattito terminologico sulle differenze tra reddito di cittadinanza ecc) ai diritti inviolabili delle persone.
Bisogna muoversi in questo assurdo mosaico di nuove precarietà generate dalla tecnica applicata alla produzione che convive con il precipitare della forza lavoro in condizioni servili .
Appare inoltre ineludibile confrontarsi su scala Europea ,anzi planetaria, trovando inedite forme di condivisione di una piattaforma unificante di tutte le soggettività alternative alla globalizzazione.
c.che l’elaborazione prospetti una “convivenza alternativa” ai modelli dominanti ,aggiungerei che persino nei comportamenti quotidiani, ovvero non che non possa ritenersi pensabile la scissione tra parole pronunciate e condotte esistenziali che ne contraddicono in maniera evidente la credibilità.
d. con un programma di massima(il nuovo sogno di Boff) ed una serie di obiettivi minimi da raggiungere subito,con relative proposte su come e cosa fare nell’immediato e soprattutto “contro”chi, in maniera provocatoria sul Manifesto di alcuni giorni orsono Guido Liguori scriveva “che è necessario avere dei nemici”.Le politiche dell’austerità imposte dall’UE(Troika) sono quanto di piu’ osceno possa concepirsi da parte di una larghissima opinione pubblica. Con una pericolosissima variante:la caduta libera verso proteste di segno razzista e nazionalista. In questo senso è importante declinare in termini differenti il messaggio politico , dimostrando come in realtà le borghesie “nazionali” ne abbiano tratto vantaggi e privilegi.
e.Intrecciato al tema del lavoro in maniera ineludibile è l’ambiente. Anche su questo punto il documento risulta chiaro ed esaustivo,proponendo una visione complessiva della necessità di un modello di vita che nella tutela delle condizioni indispensabili alla vita nel pianeta,segni una visione del futuro svincolata dai parametri della speculazione di uno sviluppo senza limiti che di fatto sottrae persino l’ipotesi di una continuità della storia umana (e della maggior parte delle specie viventi) su questo pianeta.
f.Sono da riprendere le piu’ avanzate elaborazioni sui lavori extramercantili:tutela delle persone,del territorio,dei beni comuni.Per conseguire questi proponimenti bisogna invertire completamente gli orientamenti prevalsi negli ultimi decenni:bloccare le privatizzazioni e “riscoprire”gli elementi solidaristici impliciti nella visione e pratica del bene pubblico.
g.In questa ottica vanno contrastate le controriforme costituzionali che svuotando la partecipazione popolare e le assemblee elettive stanno determinando un quadro prevalente che poggia sulla potenza degli esecutivi e di “uomini soli al comando”, a tutti i livelli(dai sindaci per passare ai presidenti di regione e finire al premier).Inutile sottolineare le storture illiberali dell’elezione dei presidenti di provincia ed eventualmente del senato della repubblica.
e.In ultimo ma non per ordine d’importanza:l’Italia va liberata dai tentacoli della malapianta criminale.Una parte consistente dell’economia nazionale è ormai saldamente in mano alle mafie. Diventa imprescindibile una lotta a tutti i livelli contro l’antistato.
f. Una lettura sia pure sommaria dei programmi di Podemos e/o Syriza appare quanto mai esplicativa degli obiettivi minimi da porre all’attenzione dei cittadini.
“Il programma politico di Podemos, costruito in maniera partecipativa da migliaia di cittadini, è riuscito a materializzare il desiderio condiviso da milioni di persone nel mondo in un progetto politico concreto: la frattura con la logica neoliberale dell’austericidio e la dittatura del debito; la distribuzione equitativa del lavoro e della ricchezza; la democratizzazione di tutte le istanze della vita pubblica; la fine della corruzione e dell’impunità che hanno trasformato il sogno europeo di uguaglianza, libertà e fraternità nell’incubo di una società ingiusta, disuguale, oligarchica e cinica.”(Manifesto in favore di Podemos,firmato da alcuni intellettuali di grande prestigio).
Si rinvia ad uno sguardo sul programma di Syriza,punti chiari e precisi sui quali costruire piattaforme di lotta popolare con obiettivi concreti da raggiungere.
Punti chiari e netti appunto.
La sfida lanciata da Nichi è chiara e tutt’altro che esagerata. Sfidiamo Renzi sul campo .La governance double face appare sempre piu’ nitida nella sua essenza di stabilizzazione dei poteri forti.La stagione delle divergenze tra forme di disagio e ragioni economiche e sociali che lo generano possono trovare una sintesi nuova. Ripredendo la politica come strumento di cambiamento e di progetto.
Angelo Broccolo Assemblea nazionale SEL