E ora da dove (ri)cominciamo? Di sicuro da quel 60 per cento (a Corigliano il 65) che si è rifiutato di partecipare alle più squallide elezioni regionali di tutti i tempi. Un dato altissimo, sconcertante, ma tutto sommato atteso, perché prova due cose fondamentali. Primo, che nel declino della partitocrazia va ormai a votare solo chi vive di politica, mentre se ne sta a casa chi invece vive o vorrebbe vivere di mercato.
Secondo, che da ieri questa regione è finalmente libera, poiché sta nelle mani di un blocco sociale, se si vuole anche disomogeneo e inconsapevole, quello degli astenuti, appunto, forse in gran parte fatto di giovani scolarizzati e competitivi, che chiede solo di essere lasciato in pace: libero di fare, di lavorare, d’intraprendere, di studiare, di curarsi, senza essere molestato, ostacolato, tartassato, intermediato e mortificato dalla classe politica, oggi senza più legittimità, peggiore d’Europa.
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