Tra una pagina di Platone e un’altra di Machiavelli, rileggo una mia nota di alcuni anni fa … Garantiti in un impianto costituzionale figlio di sofferenza e di saggezza, i partiti politici vissero ed operarono per circa un cinquantennio. Furono il sangue e la pelle del paese, nel bene e nel male. Uomini illustri li mantennero vivi e, al loro interno, tanti giovani, ascoltando ed imparando, crebbero e divennero buoni amministratori.
Di centro, di destra e di sinistra, nel rispetto del credo e del ruolo, fecero belle le città e rigogliose le campagne, costruirono strade e ospedali, ampliarono i servizi ed accrebbero le opportunità di lavoro. Essi, dunque, i partiti, promossero il riscatto del Paese, dopo la dittatura e la guerra. Se, oggi, non ci sono più o sono ridotti a brandelli, c’è solo di che dolersene. Si è ristretta, infatti, la base democratica e si sono dilatati i poteri oligarchici. Per i più scelgono i pochi, senza ascolto e confronto, senza mediazioni e filtri. Questa è la nuova repubblica?