Maria Ferraro: combattiamo insieme per cambiare le sorti della nostra terra
Il prossimo 23 Novembre i cittadini sono chiamati a votare per il rinnovo del consiglio regionale della Calabria. Esprimere la propria preferenza significa dare fiducia ad un candidato e condividerne le idee. Chi è Maria Ferraro?
Maria Ferraro appartiene alla gente che ha avuto la fortuna d’incontrare nel corso degli anni. La stessa che le ha posto tanti quesiti e che ora aspetta delle risposte concrete.
Ho 49 anni e sono una libera professionista che opera nel sociale, esperta in criminologia, consulente di parte per il Tribunale di Paola. Ho lavorato nelle carceri e conosciuto da vicino i disagi che coinvolgono i soggetti deboli (tossicodipendenti, minori abusati, donne vittime di violenza, anziani). L’impegno nel sociale ha sicuramente intensificato la mia passione per la politica, quella vera a servizio dei cittadini. Sono tante le famiglie che vivono in una perenne condizione di precarietà, grave conseguenza delle tante scelte politiche sbagliate fatte nel corso degli anni. Scelte di cui, in qualche modo, siamo tutti responsabili. Ecco perché ho deciso di candidarmi nella lista Democratici Progressisti a sostegno del candidato a presidente Mario Oliverio. Perché credo nella sua persona e sono onorata di far parte della sua validissima squadra. Sono stata vicino con la mente e con il cuore a tanti concittadini che piano piano, nonostante le resistenze iniziali, hanno imparato a conoscermi e a fidarsi di me.
A loro, oggi, chiedo di sostenermi.
Come ha cercato di conquistare la loro fiducia?
Sono sempre stata me stessa e vicina alla gente. Fermamente convinta che chi convive con gravi problemi, non si accontenta più solo delle buone intenzioni. Mi riferisco all’altissimo tasso di disoccupazione, alla cattiva sanità, agli sprechi di denaro pubblico e agli scandali che hanno paralizzato interi settori della Calabria. Aspetti reali che condizionano lo stile di vita di tutti. Per questi motivi ho deciso di scendere in campo e di fondare il “Movimento pensiero comune”, una fantastica squadra che per i tanti territori dimenticati della provincia di Cosenza, rappresenta un vero e proprio punto di riferimento. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di farci ascoltare, d’individuare le priorità e di mettere in atto delle soluzioni concrete. I cittadini meritano di essere rappresentati da qualcuno che, consapevole delle proprie capacità, decide di dimostrare attraverso le azioni il valore delle idee condivise. Qualcuno che come me li rispetti.
L’idea che ha della Calabria a contatto con la gente.
Oggi la maggior parte della gente si sente serva del potere e priva di qualsiasi diritto, in primis quello di una vita dignitosa. Non sopporto le ingiustizie e le discriminazioni. Chi mi conosce sa che sono una combattente, che punta a un obiettivo e non si arrende finché non lo raggiunge. Per anni ho avuto modo di conoscere i bisogni reali e il dolore delle tante persone incontrate anche nei paesi più piccoli del nostro territorio. Ho interpretato la loro diffidenza iniziale come il risultato delle tante promesse, perenni illusioni, di chi vive quotidianamente in condizioni di grave disagio socio-economico e nella più totale indifferenza. Ho guardato negli occhi disperati di quanti non riescono ad arrivare a fine mese e perciò trovano rifugio nelle Caritas della provincia, pur di ricevere un pasto caldo o dei vestiti non necessariamente per loro stessi, ma per i loro figli.
Mi sentivo impotente. Capivo che il loro distacco era un’armatura necessaria per difendersi da chi dimostrava di non possedere neanche più una coscienza.
Eppure io ero lì, davanti a loro, disposta ad ascoltare i loro bisogni. Ma chissà quante sottomissioni avevano subito fino a quel momento. Ebbene sì, l’essere umano diventa così crudele e meschino al punto tale da schiavizzare i suoi simili pur di ottenere prestigio.
La Calabria che vorrebbe?
Mi piacerebbe pensare ad una Calabria più unita. Una Calabria che non annienti le speranze, che non derubi la gente dei propri sogni. Per questi motivi ho deciso di farmi carico del disprezzo, della rabbia e della delusione di ogni volto che ho incontrato. Quelle mani che stringevo appartenevano a persone umili, spontanee che non si vergognavano di raccontarsi, anzi! Ho apprezzato ognuno di loro. E ad ognuno di loro oggi dico “grazie”. Grazie per essere stati diretti e sinceri nei miei riguardi e per avere annullato le resistenze iniziali. La mia candidatura vuole essere un segnale decisivo per quanti hanno deciso di sostenermi, di darmi fiducia. Quella fiducia che ricambierò con l’onestà che mi appartiene.
Perciò, in generale, vorrei più solidarietà e sostegno reciproco. Regole precise, efficienza degli apparati amministrativi, parità dei diritti, meritocrazia, opportunità di sviluppo per i territori che si aprono alle innovazioni, sostegni per le imprese esistenti al fine di favorire l’occupazione. Vorrei una regione che mirasse principalmente alla valorizzazione delle risorse presenti sul territorio, che ottimizzasse ogni sua ricchezza. Così facendo si andrebbero ad incrementare due dei principali settori della nostra terra: il turismo e l’agricoltura.
E’ necessario catalizzare i fondi europei per finanziare i tanti validi progetti proposti da giovani professionisti che devono poter ritornare in Calabria. Sono loro il nostro futuro e l’unica possibilità per risollevare l’immagine negativa di una regione abituata a sperperare ogni sua risorsa.
Istituire delle vere e proprie “squadre territoriali”, costituite da figure professionali specializzate in base alle necessità di ogni territorio, rappresenterebbe un’efficace strategia al fine di monitorare la correlazione esistente tra gli effettivi bisogni della collettività e la corretta destinazione delle risorse economiche erogate dalla Regione. Gli esperti in questione diventerebbero dei “mediatori” tra l’ente e il cittadino.
Vorrei che i Calabresi scegliessero una Calabria governata da un uomo lungimirante e con una grande esperienza alle spalle come l’On. Mario Oliverio, e che sostenessero me “perché sono una di loro”.
Piattello Domenico