Ridotta ulteriormente a tre anni di reclusione la pena detentiva al coriglianese Carmine Ginese, 49 anni. La decisione è stata assunta martedì scorso dai giudici della corte di appello di Catanzaro su ricorso proposto dall’avvocato di fiducia di Ginese, Pasquale Di Iacovo. Carmine Ginese era già stato condannato per associazione mafiosa nell’ambito del processo “Big Fire-Set Up” celebratosi nei primi anni 2000,
era stato nuovamente condannato in primo grado nel processo Santa Tecla alla pena di 10 anni di reclusione e sottoposto dal 21 luglio del 2010 al regime del carcere duro del 41 bis per aver rivestito, secondo l’accusa, la qualità di dirigente stabile dell’associazione di stampo mafioso operante nel territorio coriglianese e per aver partecipato all’estorsione in danno dell’imprenditore Giuseppe Curto per i lavori di realizzazione del villaggio turistico “L’Airone”. Nei suoi confronti erano state rivolte le accuse da parte di Giuseppe Curto e dei collaboratori di giustizia Gianpiero Converso, Vincenzo Curato e Carmine Alfano. La Corte di appello di Catanzaro, il 17 luglio del 2013, aveva accolto il ricorso presentato dal suo difensore avv. Pasquale Di Iacovo ed escludeva il ruolo di dirigente dell’associazione mafiosa contestata al Ginese, riducendo la pena a 6 anni e 8 mesi di reclusione. Due giorni fa, come si diceva, in accoglimento di un ulteriore ricorso proposto dall’avv. Di Iacovo la pena inflitta nei confronti di Carmine Ginese è stata ulteriormente ridotta a 3 anni di reclusione.
Giacinto De Pasquale