Il ministro Orlando ha firmato il decreto che per gl’impegni assunti dai Comuni nel circondario giudiziario di Castrovillari “salva” quelli di Cariati, Campana, San Sosti, Spezzano Albanese e Trebisacce
Alla chetichella – silenziosamente e colpevolmente – l’amministrazione comunale di Corigliano Calabro retta dal sindaco Giuseppe Geraci, le minoranze consiliari cui il termine “opposizione” non s’aggrada per loro stessa ammissione, e, in generale, l’intera classe politica cittadina, hanno determinato la chiusura del locale Ufficio del Giudice di Pace.
Una chiusura definitiva che oggi diventa ufficiale.
Già. E’ l’effetto del decreto vergato l’altro ieri, lunedì, dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, e che fissa il termine di quindici giorni dalla pubblicazione dello stesso sulla Gazzetta Ufficiale perché gli uffici dei giudici di pace soppressi per effetto del precedente decreto di riordino della geografia giudiziaria italiana cessino la loro esistenza e la loro attività.
Da qui a un paio di settimane, dunque, l’Ufficio del Giudice di Pace di Via Aldo Moro dovrà “sloggiare” e trasferire le proprie migliaia di fascicoli di procedimenti civili e penali nell’Ufficio del Giudice di Pace di Rossano, quello “accorpante” per legge.
Il modo per “salvare” il presidio giudiziario di prossimità v’era ed era indicato nella parte attuativa dello stesso decreto di soppressione: l’assunzione degli oneri finanziari da parte del Comune e la messa a disposizione (nel caso di Corigliano Calabro) di quattro unità lavorative tra i dipendenti comunali da destinare ai servizi di segreteria e di cancelleria dell’istituzione giudiziaria.
Purtuttavia, l’amministrazione e la politica coriglianesi hanno fatto scivolare e scadere ogni termine fissato dal decreto attuativo, compreso quello relativo al corso di formazione previsto e somministrato dal Ministero della Giustizia per i dipendenti che i Comuni avevano (pre)destinato alle funzioni presso gli uffici dei Giudici di Pace “salvati” attraverso l’accollo degli oneri finanziari in capo agli stessi enti locali.
Per questa “via”, tra i comuni ricadenti nel circondario giudiziario del Tribunale di Castrovillari che detenevano uffici dei giudici di pace soppressi dal decreto di riordino, le operazioni di “salvataggio” a buon fine da parte delle rispettive amministrazioni riguardano quelli di Cariati, Campana, San Sosti, Spezzano Albanese e Trebisacce.
A Corigliano Calabro – il più grosso comune della provincia di Cosenza dopo il capoluogo e con l’Ufficio del Giudice di Pace avente il carico giudiziario e la produttività maggiori rispetto a tutti gli altri – le migliaia di cittadini interessati dal contenzioso civile di piccola entità economica (tra privati o tra pubblico e privato) e quelli coinvolti a vario titolo (imputati, persone offese, testimoni) nei procedimenti di lieve entità penale tra un paio di settimane dovranno andare nel centro storico rossanese.