Spero che quest’autunno elettorale ci regali l’omicidio politico e con esso la morte della democrazia. Nessuno ne parla, ovviamente, ma al punto in cui siamo arrivati sarebbe l’unica cosa da fare in una regione che nonostante abbia notevoli risorse, naturali, culturali e umane, si impoverisca e si abbrutisca sempre di più, per l’imbecillità di una classe dirigente,
inamovibile, che non sapendo valorizzarle produce solo disoccupati, poveri, criminali e impiegati pubblici, il che è lo stesso. Eppure, nonostante questo fallimento, noi cittadini calabresi, ammalati di tafazzismo, continuiamo a dare fiducia e credibilità, attraverso presunte libere elezioni, a coloro che ne sono, o ne sono stati, a vari livelli, responsabili e ai loro discepoli, che si sono cresciuti in quella melma.
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