Nell’ottobre 2008 aggredì il 49enne Angelo Antonio Pignataro: tra i due vecchie ruggini legate a un concorso pubblico
«Pezzo di merda, ti faccio vedere io, io ti distruggo. Dov’è un bastone che ti faccio vedere io».
Il “verbo” è quello d’un personaggio molto importante a Corigliano Calabro – almeno all’epoca del fatto – e comunque d’un personaggio ancora oggi notissimo a tutti. Già, perchè in fondo sono passati soltanto sei anni da quel 7 ottobre 2008.
Siamo all’angolo d’una strada centralissima della città e Michele Viceconte, 71 anni, allora segretario comunale e massimo dirigente del municipio, s’introduce nell’abitacolo della vettura di Angelo Antonio Pignataro, 49 anni, del luogo.
Il dirigente comunale colpisce con schiaffi, calci e pugni la malcapitata vittima.
Quel fatto è oggi cristallizzato in una sentenza.
Che condanna Michele Viceconte per i reati d’ingiurie, minacce e percosse nei confronti di Angelo Antonio Pignataro.
La pena inflitta all’ex uomo pubblico – difeso in giudizio dagli avvocati Pasquale Pellegrino e Pierpaolo Cassiano – è d’una multa pari a quattrocento euro, oltre al pagamento delle spese processuali come per legge e ai danni nei confronti della parte offesa costituitasi in giudizio quale parte civile – rappresentata dall’avvocato Antonio Fusaro – da quantificarsi e risarcirsi in separata sede giudiziaria civile.
Le motivazioni della sentenza, emessa dal Giudice di Pace di Corigliano Calabro, Cecilia Rinaldi, lo scorso 27 maggio, sono state depositate qualche giorno fa.
Si tratta d’una sentenza che Michele Viceconte certamente appellerà dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Castrovillari.
A suffragare le accuse mosse nella querela sporta dalla vittima nei confronti del suo “carnefice”, sono accorsi tre testimoni del fatto che il giudice ha ritenuto credibili ed attendibili.
Pare che tra l’ex segretario comunale Michele Viceconte ed Angelo Antonio Pignataro vi fossero vecchie “ruggini” mai sopite.
Rapporti piuttosto tesi da quando la consorte del secondo aveva partecipato al concorso per l’assunzione d’agenti di polizia municipale indetto dal Comune e che vedeva Michele Viceconte nella commissione esaminatrice, concorso che la donna non aveva vinto. {jcomments off}