A Palazzo Garopoli dopo le dimissioni dell’assessore Antonello Gianzi, già precedute, appena qualche mese fa da quelle dell’ex assessore all’Urbanistica Francesco Scorzafave, verrebbe da dire che ci sono le porti girevoli. Il bello in tutto questo è che se ne vanno coloro che, popolarmente e comunemente, vengono definiti i migliori, coloro che nella vita di tutti i giorni sono definiti cittadini esemplari, persone per bene.
Il brutto, invece, è la conseguenza di questo nobile gesto che hanno contraddistinto i due ex amministratori “uscenti”, ovvero che restano gli “altri”, cioè quelli di sempre, gli stessi che politicamente stanno tramando da una vita le più svariate strategie per arrivare al potere, coloro che amministrano senza scrupoli e solo in nome del proprio egoismo pseudo-politico. Ma entriamo nel “fatto”.
La situazione che Corigliano vive dal punto di vista politico-amministrativo è drammatica. Infatti si registrano incongruenze, insufficienze e inefficienze in ogni dove e settore della Citta’ e della pubblica amministrazione propriamente identificata nella compagine politica che ne regge le sorti. E di converso, d’altronde non puo’ che essere cosi’, abbiamo una situazione sociale disastrata e allarmante nel suo malessere. Per non parlare della prospettiva che manca, non c’è un progetto per il futuro frutto di uno “sguardo” d’insieme della Citta’.
E nel mentre succede tutto questo si “gioca” d’ipocrisia, si fa del becero vittimismo cercando di scaricare su altri le responsabilità che sono solo proprie. A sentire le solite frasi fatte… “non ci sono soldi” o “ci sono tanti problemi” mi viene da chiedere a questi signori: “Ma scusate un attimo, chi ha ruoli dirigenziali e amministrativi, che si è candidato ed è pagato dai contribuenti per ricoprire tale ruolo, ha la responsabilità politica, civile ed etica di assumersi l’onore e l’onere di organizzare i servizi e amministrare la res pubblica, o cosa dovrebbero fare se non questo?”! Un padre di famiglia, una mamma che ha una casa da organizzare e i figli e il marito da accudire d’altronde, ogni giorno, cosa fanno?
Sindaco la smetta col pietismo, il vittimismo e l’ipocrisia: lei ha la responsabilità civile, politica e amministrativa di organizzare il presente e disegnare il futuro. Ma fino adesso non ce ne siamo proprio accorti. Anzi fino adesso ci siamo accorti solo dei guai che ha combinato a vari livelli, senza toccare il “discorso” sul “come” sta gestendo il bilancio comunale e la pianta organica della macchina comunale.
Allora ecco, in questi in questi 18 mesi, oltre a tutto questo abbiamo assistito alle dimissioni di due importanti Assessori comunali. Un fatto che non puo’ passare così in sordina, come se tutto fosse normale o, ancora peggio, “silenziosamente” e cioè senza portare in “piazza” i motivi veri delle dimissioni. Quello dell’Urbanistica e del Bilancio sono due “ambiti” amministrativi di fondamentale importanza, entrambi, ufficialmente “giustificate”, “motivate” con il classico… “per motivi personali e/o motivi di salute”.
Consentite di rilevare, anche perché stiamo parlando di cose estremamente importanti, che questo “modo” di fare politica del sindaco, trattando il popolo con sufficienza o, ancora peggio, come se i cittadini fossero degli ebeti, anche ciechi e sordi, è insopportabile. Gia’ in questi 18 mesi le maggiori decisioni (la sede del Giudice di Pace, o ancora la sede dell’Agenzia delle Entrate, o ancora la gestione e le varianti apportate ai Lavori pubblici, o ancora le “assunzioni” fatte in questi mesi, o la Fiera Jonica saltata per un nullaosta negato, eccetera, eccetera) sono state prese e deliberate come sono state fatte e cioè come tutti sappiamo. E, in questa sede, e solo per adesso ci asteniamo dall’esprimerci sulla nomina del nuovo assessore Iannuzzi (che nulla a che spartire e che fare con la storia e la comunità di questa Citta’) fatta dal sindaco Geraci.
Però ora basta. A tutto c’è un limite. Aspettiamo fiduciosi che il Sindaco possa parlare alla citta’ tutta, non con le convenevoli frasi di circostanza, ma iniziando ad aprire il Palazzo, parlare chiaro, incontrare la gente e dire le cose come stanno veramente, spiegando al popolo le proprie idee per il futuro di questa comunita’.