I familiari attendono l’effettuazione dell’autopsia e la restituzione della salma per i funerali
La Procura di Palermo ha aperto un’inchiesta sulla morte di Dino Falco, l’imprenditore 43enne di Corigliano Calabro ucciso da un’intossicazione da funghi velenosissimi e spentosi in un ospedale del capoluogo siciliano dopo il trasferimento d’urgenza dal nosocomio coriglianese “Guido Compagna”.
Il magistrato che era di turno nella giornata di lunedì 20 ottobre scorso, quando i familiari hanno formalizzato l’esposto-denuncia proprio contro i medici del “Compagna”, nella stessa giornata aveva richiesto le acquisizioni al fascicolo d’indagine dei referti relativi agli esami diagnostici e di quelli medici relativi ai vari ingressi di Falco presso il presidio ospedaliero coriglianese prima d’esservi ricoverato nella serata di venerdì 17 ottobre.
Tali acquisizioni, delegate ai carabinieri di Palermo con facoltà di subdelega, erano state effettuate il giorno successivo da parte dei carabinieri della Stazione del centro storico coriglianese, i quali s’erano all’uopo presentati in Direzione sanitaria.
Sul corpo di Dino Falco il primo inquirente ha ovviamente disposto che debba effettuarsi l’autopsia al fine di “scandagliare” a fondo le cause della morte, con particolare riferimento al decorso e alla gestione medica della sua intossicazione da funghi velenosi ed alla tempistica del suo trasferimento a Palermo.
Toccherà adesso al Procuratore reggente Leonardo Agueci assegnare il fascicolo ad uno dei magistrati del suo ufficio, il quale procederà con l’eventuale iscrizione nel registro degl’indagati dei medici che presso il “Compagna” avevano trattato il “caso Falco”.
E le “attenzioni” investigative, in relazione alla puntuale richiesta d’informazioni delegata ai carabinieri, sarebbero concentrate in particolare su due “camici bianchi” coriglianesi – uno del Pronto soccorso, l’altro della divisione di Medicina – i quali si dicono certi d’avere fatto tutto il possibile per il paziente deceduto a Palermo e addolorati per la sua morte.
Nessun avviso di garanzia è stato finora spiccato ma nei casi di questo genere c’informano ambienti della stessa Procura palermitana che in quella sede giudiziaria i tempi non sono mai “immediati”.
I familiari attendono con dolore l’effettuazione dell’autopsia al fine di riavere la salma per la celebrazione dei funerali.
E attraverso un comunicato invitano al silenzio la stampa annunciando che quando sarà il momento parleranno loro.{jcomments off}