Persuaso, non proprio dolcemente, dal consiglio di mia moglie, metto ordine in tante scartoffie, che, da tempo, mi fanno da complemento d’arredo. Oh! Quella paginetta a quadretti! La ricordo. Contiene degli appunti su alcune strane tasse, appunti che mi sarebbero serviti – corrono gli anni Ottanta – per un intervento in consiglio comunale: tassa sul ‘pescato’ (1400), tassa sulla ‘sepoltura’ (1600), tassa sulla ‘carcerazione’ (1600).
Racconto queste cose ad un’anziana signora, tanto per impiegare una mezzoretta, aspettando il mio turno all’ufficio postale. Niente da fare. Ne esco sconfitto. Quelle tasse potevano anche starci – mi dice lei in un colorito dialetto – perché almeno il ‘pesce pescato’ si vedeva, come si vedevano i ‘morti’ e i ‘carcerati’. “Alluminaziona pùbbrica, ‘a manutinziona ‘i ri štrati e ttutt‘a rroba chi pagami ccu ra ‘Tasi’, chini mai ’ha bbista? Vieni a ru vicinanzi mii…Ohi, chi bbuoni fari ccu ccipulla, tutti ‘sti scinziati”.