Da un webreportage del corriere.it
Antonio Giorgio Buda ha 23 anni, è di Corigliano Calabro e molti di voi l’avranno sentito proporre un’offerta per una società o l’altra via telefono. Antonio lavora in un call center gestito da alcuni trentenni albanesi. Ha studiato cucina in Francia, poi ha vissuto tra Albano Laziale e Ariccia. È arrivato nel Paese delle aquile quattro anni fa e da tre contatta le famiglie italiane.
«Vengo pagato come un albanese, a volte riesco a racimolare 900 euro al mese che è tanto, considerato il costo della vita», calcola lui. «Qui non importa se sei italiano, albanese o altro. Importa solo che tu lavori». L’Italia? «Per me, per ora, è un capitolo chiuso. Non credo di avere un futuro. Ma se le cose dovessero cambiare ovvio che ci torno, è il mio Paese». Soprattutto perché, confessa, «mi manca la schiacciata calabrese. Anche se da qualche settimana è arrivata anche qui, in un supermercato italiano. Quando l’ho visto stavo quasi piangendo. Certo, il sapore è diverso e il costo esorbitante: 15 euro al chilo».