A pagare siamo solo e sempre noi, poveri cittadini comuni. E’ sempre così. Lo e’ stato ieri lo è ancora di più oggi. E questo a prescindere dalla realtà che si vive, senza pensare se sia giusto che a pagare siano sempre i più deboli, i più poveri, coloro che riescono a stento ad arrivare a fine mese, quei padri che lottano con i denti e con le unghie per garantire la dignità di un vivere decente alla propria prole. Ma di cosa parliamo: siamo alle solite! Sono loro che decidono, sono coloro che hanno fior di vitalizi che si accumulano a una lauta pensione “civile” e poi ancora ad altri emolumenti e riconoscimenti economici e sempre frutto dei contribuenti.
In questa Citta’ vige la regola del più forte, dell’ipocrita, dell’affarista, del vittimista di colui che parla col miele in bocca per suscitare un certo effetto sul proprio interlocutore. E’ questo l’uomo mediocre che oltre la solita ed effimera retorica non sa andare ma che la “furbizia” l’ha sospinto fino all’insperato “pennacchio”.
In questa Comunità tutti si lamentano, tutti rivendicano legittimamente i propri diritti, un coro un’anime di voci critiche di cittadini delusi per come vengono calpestati i propri diritti si innalza alto e forte nei confronti dei propri amministratori, per come questi si rapportano alla Citta’, per come questi si “muovano” con sufficienza o cinismo. Ma nessuno presta ascolto a questo disagio, a questo modo di calpestare la democrazia, di sopprimere così leggermente la liberta’, quella libertà civile e democratica di avere un riscontro positivo a quelle istanze che rimangono inevase, inconsiderate o, ancora peggio, come sempre più spesso accade, strumentalizzate.
Si dice, ogni giorno sì e l’altro pure, lo fa sempre il sindaco Geraci, lo fanno sempre i principali esponenti della Giunta e della Maggioranza consiliare, lo dice perfino qualcuno della minoranza, che la paralisi amministrativa che affligge la nostra Comunità tenendola fermo è dovuta ai debiti che l’Ente comune ha contratto negli anni passati, fintanto che la massa debitoria (tra residui attivi e passivi) rappresenta un vero squarcio nel bilancio comunale.
Su questo assunto i nostri amministratori, annunciando che devono necessariamente “tappare” la falla hanno di botto quadruplicato le tasse sulla casa, sui terreni, il canone dell’acqua, della fogna, le tasse relative alla nettezza urbana e via discorrendo chi ne ha più ne metta. Tutto questo senza tenere effettivamente conto del reale reddito delle famiglie, senza considerare il nucleo complessivo della stessa famiglia. Ecco il principio che ha mosso questo agire è stato: “Ci sono i debiti, allora ci vogliono i danari per ripianarli… cittadini pagate!”.
Inutile girarci attorno, questo modo di amministrare la citta’ è da incapaci oltre che da irresponsabili. Questo agire avrà effetti deleteri sulla popolazione. E per forza di cose avrà ulteriori ricadute negative anche sull’ente e le sue finanze. Pure un bambino lo capirebbe. E poi se non si progetta, se non si programma, se non si pone in essere una progettazione seria capace di attrarre finanziamenti, anche di nuove opere pubbliche, che oltre a migliorare l’aspetto urbanistico della città eleverebbe alla decenza la qualità della vita dei cittadini, innescherebbe un circuito economico positivo con la creazione della opportunità di nuovi posti di lavoro.
Ma pensare a queste cose, per un’amministrazione comunale che aspetta di arrivare soltanto alla fine del mese è troppo. Ce ne rendiamo pure conto.
Tuttavia un punto di discussione si pone alla attenzione dell’opinione pubblica come ineluttabile: ma questa “voragine” costituita da debiti (e disavanzi passivi) da dove viene? a quanto risale? chi l’ha costituita? come si è costituita? la responsabilità amministrativa di chi è?
Ecco queste sono domande che meritano risposte serie, precise, chiare, puntuali e circostanziate. Perché è facile chiedere i soldi ai contribuenti, ma degli altri sono già spariti. E dunque bisogna fare chiarezza su questo punto, non si puo’ continuare a fare finta di niente, ne in Municipio i nostri amministratori possono continuare a nascondere la propria testa sotto la sabbia.
Altrimenti si crei una “commissione” di esperti, costituita da tecnici garantendo la rappresentanza politica di tutti i partiti e i movimenti, al fine di chiarire e finalmente offrire la verità ai cittadini. Se non si fa quest’operazione, con quale faccia, con quale autorevolezza il Sindaco Geraci puo’ chiedere ai propri concittadini nuovi e altri sforzi economici? E se fosse stato proprio il suo agire politico-amministrativo a buttare le basi del disastro che oggi tutti paghiamo (in senso lato)?
E’ anche nel suo interesse politico andare incontro a questa esigenza di verità.