In città operano alcune associazioni che in maniera seria e organizzata offrono la loro opera nel campo del sociale e della solidarietà. Sono organismi che bandiscono ogni forma di pubblicità, perché per loro quello che fanno non ha bisogno della ribalta o della notorietà, loro devono operare e basta. Tra queste vogliano segnalare l’Agss (Associazione Giovanile di Solidarietà)
che è espressione della comunità dei giovani animatori della casa salesiana Maria Ausialitrice, e che opera sul territorio di Corigliano dal 1996, anno della sua costituzione. L’associazione rivolge la sua attività verso i minori e i giovani, con particolare attenzione alle fasce del disagio e del rischio e persegue le seguenti finalità: promuovere lo sviluppo integrale della persona umana, perciò la sua formazione sociale, civile, professionale culturale e religiosa dei minori: ragazzi, adolescenti e giovani, studenti lavoratori e giovani in cerca di lavoro o disoccupati dei ceti popolari; far crescere tra i cittadini una più vasta sensibilizzazione sul problema del disagio e dell’emarginazione giovanile promuovendo l’elaborazione e la diffusione di una cultura preventiva aperta alla partecipazione responsabile nella vita sociale, onde rispondere ai bisogni sociali emergenti specie a quelli dei minori e dei giovani più esposti al rischio, al disagio e alla devianza; sviluppare solidarietà con i minori e i giovani che sperimentano difficoltà nell’acquisire una chiara identità sociale, culturale e personale e che sempre più frequentemente vivono esperienze di marginalità sociale; sollecitare l’attenzione degli enti pubblici, privati e di singoli cittadini verso i minori e i giovani che vivono varie forme di disagio: da quella più marcata della trasgressione che porta ai comportamenti a rischio, all’appartenenza a famiglie disgregate e lasciate sole nell’affrontare i problemi relazionali; dalla estromissione precoce dai circuiti scolastici dell’obbligo ad una problematica appartenenza a gruppi senza identità, capaci solo di risposte consumistiche e deprivati della possibilità di rapporti amicali; promuovere nel territorio cittadino un rapporto con le realtà più vive, cercando di riportare le patologie al contesto che le ha create, per investire il territorio dei linguaggi e comportamenti del disagio e poter così costruire contesti di valorizzazione dell’ esperienze umana che soggiace alle differenti problematiche; promuovere e sviluppare nella società civile e in particolare modo nelle famiglie, negli educatori e nelle agenzie educative una cultura della presa in carico e della prevenzione solidale nei confronti delle molteplici forme di disagio diffuso e conclamato e della devianza minorile e giovanile.
Giacinto De Pasquale